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Giuseppe Brindisi e Lavrov in tv: cos’è successo? La polemica

Giuseppe Brindisi Lavrov cos'è successo

Giuseppe Brindisi intervista il Ministro russo Sergey Lavrov in tv: cos’è successo? L’apparizione del braccio destro di Putin a Zona Bianca ha provocato un mare di polemiche e accuse di propaganda. Il giornalista pugliese non ci sta: “Ho fatto giornalismo”.

Giuseppe Brindisi intervista Lavrov in tv: cosa è successo

Cos’è successo nell’intervista in tv di Giuseppe Brindisi al Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov? Il conduttore del talk show di Rete 4 Zona Bianca, è finito nell’occhio del ciclone a causa di un’intervista al braccio destro di Vladimir Putin. Nel corso della trasmissione, il politico russo si è lanciato in una serie di esternazioni discutibili che hanno generato una tempesta di polemiche. In una delirante conversazione di quaranta minuti, Lavrov ha riassunto le tesi della propaganda russa a giustificazione dell’invasione dell’Ucraina.

Il Ministro continua a sostenere che il paese necessita di una “denazificazione”: “Il governo ucraino è diventato uno strumento degli estremisti nazisti e del governo degli Stati Uniti. Gli ucraini sono stanchi del regime di Zelensky. L’Ucraina ha sabotato i negoziati come per anni ha sabotato gli accordi di Minsk. La nazificazione del paese esiste. I militari prigionieri del Battaglione Azov e di altre sezioni hanno sulle loro uniformi e sul corpo simboli e tatuaggi dei nazisti e delle SS. È irrilevante che Zelensky sia ebreo. Secondo me anche Hitler aveva origini ebree. I maggiori antisemiti sono proprio gli ebrei”.

Lavrov ha inoltre negato la strage di civili avvenuta a Bucha“Il 30 marzo i militari russi sono usciti da Bucha. Il sindaco di Bucha ha dichiarato la vittoria dicendo che Bucha era tornata alla vita normale e poi dopo tre giorni hanno cominciato a far vedere questi morti non voglio approfondire questo aspetto perché è talmente evidente che sia un fake che qualsiasi osservatore lo può capire dal primo sguardo”.

Le polemiche: “Onta per l’Italia, parole imperdonabili”

L’intervista di Giuseppe Brindisi ha provocato molte reazioni indignate da parte della politica italiana e internazionale. Yair Lapid, Ministro degli Esteri israeliano, ha convocato l’ambasciatore russo in Israele e ha dichiarato di aspettarsi scuse pubbliche per le dichiarazioni di Lavrov su Hitler: Le sue parole sono imperdonabili“.

In Italia molti politici hanno contestato l’approccio troppo passivo di Brindisi nel corso dell’intervista. Buon lavoro, Ministro Lavrov. L’abisso. -afferma il leader del Partito Democratico Enrico Letta su Twitter- Ma quel che è più grave è che la vicenda dello spot da propaganda di guerra anti Ucraina stia passando, con solo pochi scossoni. Siamo così pochi a pensare che non sia possibile, né accettabile? E che sia un’onta per l’Italia intera?“.

Il deputato di Azione Osvaldo Napoli ha dichiarato: “Il giornalismo da cane da guardia della democrazia a cagnolino che scodinzola sulle ginocchia di un ministro dalla lingua biforcuta come Sergej Lavrov. La tristezza dello spettacolo andato in onda ieri sera è tutta qui. Il problema non era l’intervistato ma l’intervistatore“.

La risposta di Brindisi: “Ho fatto giornalismo, ho tirato fuori l’anima nera del Cremlino”

Brindisi ha risposto subito alle polemiche, intervistato da diverse testate giornalistiche. Secondo il conduttore di Zona Bianca, le polemiche nascerebbero da sentimenti di invidia per quello che ritiene uno scoop importante: Sarei stato anch’io invidioso di chiunque avesse portato Lavrov in televisione. Detto ciò, io credo da giornalista di aver fatto il mio mestiere, perché il mio mestiere non è quello di dichiarare guerra alla Russia, ma di portare a casa il maggior numero di notizie, e alla fine dei 40 minuti di intervista mi sembra di averne portate un bel po’ e anche importanti”.

“Ma che dovevo fare secondo voi, insultarlo?” -ha poi dichiarato in un’intervista a Il Foglio– Io gli ho fatto delle domande, belle o brutte che fossero, e ho avuto delle risposte che oggi sono sul New York Times, sulla Bbc, la Cnn e il Washington Post. Risposte  che ci hanno fatto sapere qualcosa in più della macelleria di Putin in Ucraina“.

Ho fatto un’intervista. Punto. Giornalismo. -ha continuato il conduttore- “Avrei potuto cercare lo scontro? Sì. Certo. Avrei anche potuto far alzare Lavrov dalla sedia e fargli lasciare lo studio. Avrei fatto spettacolo, giornalismo militante. Ma io volevo fare giornalismo, e basta. Volevo sapere qualcosa di più del pensiero di Putin. È venuta fuori l’anima nera del Cremlino.