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Rientro a scuola per non vaccinati: cosa succederà

Rientro a scuola per non vaccinati: cosa succederà

Rientro a scuola per non vaccinati: si discute molto nelle ultime ore sullo slittamento della didattica in presenza in merito all’aumento dei contagi e dei ragazzi che solo in questi giorni iniziano a vaccinarsi.

Rientro a scuola per non vaccinati

La vaccinazione dei bambini e ragazzi è da poco iniziata. Dunque, l’immunizzazione è ancora troppo bassa. In particolare nella fascia 5-11 anni, si raggiunge appena il 10% di immunizzati, contro il 70% tra i 12enni e i 19enni.

Diversi presidenti di regioni hanno espresso preoccupazione in vista della riapertura delle scuole, dove stanno comunque già arrivando le prime forniture di mascherine ffp2. Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha addirittura proposto di rimandare di 20-30 la ripresa delle lezioni in presenza per “raffreddare il contagio”. Un’idea che ha trovato d’accordo anche il presidente della Toscana, Eugenio Giani. Qualche altro presidente di regione ha proposto di mandare in Dad solo i ragazzi non vaccinati. proposta però che è stata respinta dai presidi. “Era stato annunciato che sarebbero stati organizzati hub per fare tamponi agli studenti in vista della riapertura delle scuole– dice il capo dell’associazione nazionale presidi Antonello Giannelli  Sarebbe questa la misura da attuare, la cosa migliore dopo le feste, ma a pochi giorni dalla riapertura non ne abbiamo contezza. Noi come Anp siamo contrari a mettere in Dad i ragazzi non vaccinati perché sarebbe una discriminazione. Se la proposta è questa o rimandare gli ingressi vuol dire che la scuola farà le spese di una serie di mancanze. Di questo passo si rischia la distruzione del settore”.

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Decisione finale nel Consiglio dei ministri

L’idea è quella di rivedere la definizione di un numero minimo di contagi in classe, che permetta indistintamente a tutti gli alunni di andare in Dad. Al momento, su quest’ultimo aspetto l’ipotesi è di valutare tre o quattro contagi e, sotto questa cifra, prevedere l’autosorveglianza per tutti.

Nei giorni scorsi il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi  ha fatto sapere di tenere aperte le scuole e relegare la didattica a distanza solo alle strette necessità. Il 4 gennaio si riunirà il Consiglio dei ministri che deciderà le misure da adottare in classe e da quello che trapela confermerà la riapertura delle scuole il 10 gennaio.