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Austerity: significato e confronto 2022-1973

Austerity confronto 2022 1973

Austeritysignificato e confronto tra 2022 e 1973. La guerra in Ucraina ha provocato un pesante aumento dei prezzi del gas e del carburante. Non è la prima volta che un conflitto internazionale causa una crisi energetica nei paesi occidentali. Nel 1973, a causa delle guerre arabo-israeliane, molti governi si videro costretti a limitare drasticamente il consumo energetico dei loro paesi. Ecco cosa è successo e in che modo è connesso alla situazione odierna.

Austerity, significato: che cos’è?

Con “austerity” si indica una politica di riduzione dei consumi ed eliminazione degli sprechi, di norma applicata in periodi di crisi per facilitare un risanamento dell’economia. È un termine nato in Gran Bretagna, in origine riferito alle gravose politiche economiche del regime laburista dopo la seconda guerra mondiale.

La crisi energetica del 1973

A ottobre del 1973, scoppiò la guerra dello Yom Kippur, che vide Siria ed Egitto attaccare Israele. Il quarto conflitto arabo-israeliano ebbe gravi conseguenze sul mercato energetico, già in difficoltà dopo la guerra dei sei giorni del 1967. L’OPEC, l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, applicò prima un significativo aumento dei prezzi del greggio per poi mettere in atto un vero e proprio embargo verso USA ed Europa, alleati di Israele. Il prezzo del petrolio decolla: si passa dai 3 ai 12 dollari al barile.  L’Europa intera, dopo anni di boom economico e industriale, rischiava di ritrovarsi al buio da un giorno all’altro. Per questo molti paesi occidentali decisero di correre ai ripari e di porre un freno ai consumi energetici, Italia compresa. È l’inizio del periodo dell’austerity, durato dal 2 dicembre 1973 al 2 giugno del 1974.

Austerity, significato e confronto tra 1973 e 2022

Con il decreto legge 304 del 23 novembre 1973, noto come il decreto austerity, l’Italia cominciò a stringere la cinghia. Agli italiani fu vietato l’uso di automobili e motociclette nei giorni festivi e nelle domeniche, nonché l’uso di barche e aerei privati. Per i trasgressori era prevista una multa da un milione di lire. I mezzi a motore svanirono dalle strade, sostituiti da biciclette, tandem, pattini e dal ritorno di carrozze e cavalli. Vennero bandite le insegne luminose animate e fu imposto l’obbligo di riduzione della pubblica illuminazione del 40%. Arrivarono restrizioni anche per i locali pubblici: bar e ristoranti dovevano chiudere a mezzanotte, mentre i cinema, teatri e locali da ballo alle 23. Fu imposta la chiusura anticipata anche ad ufficinegozi e anche alla televisione, che non poteva trasmettere programmi oltre le 22 e 45. Di conseguenza, la Rai spostò l’orario del TG1 alle 20, slot che mantiene tuttora.

Tanti limiti anche in casa, per spingere gli italiani a consumare meno elettricità. Per limitare l’uso degli elettrodomestici, i distributori di energia ridussero la tensione del 6-7% dalle 21 alle 7. La temperatura massima consigliata negli edifici era di 20 gradi. Il periodo di austerity ebbe effetti enormi sulla popolazione e sull’economia italiana. L’inflazione schizzò al 12,5% e per molti anni il tema dell’oculatezza energetica restò vivo nel cuore degli italiani. Il noto rotocalco Rai Domenica In nasce in questo contesto storico, nel 1976. Il celebre programma fu infatti un tentativo della televisione di stato italiana di frenare le gite domenicali in auto degli italiani, convincendo le famiglie a passare la giornata in casa.

Confronto col 2022: rischiamo una nuova Austerity?

Nel 2022 con il rincaro dei prezzi di gas e benzina a causa della guerra in Ucraina, sono in molti a temere un nuovo periodo di austerity. Dall’ultimo controllo dell’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico ed elaborati dalla Staffetta, rilevati alle 8 del 13 marzo su circa 15mila impianti, risultano i seguenti aumenti:

  • benzina self service a 2,214 euro/litro (+38 millesimi, compagnie 2,225, pompe bianche 2,186)
  • diesel a 2,218 euro/litro (+51, compagnie 2,221, pompe bianche 2,213).
  • Benzina servito a 2,318 euro/litro (+50, compagnie 2,361, pompe bianche 2,234).
  • diesel a 2,329 euro/litro (+57, compagnie 2,365, pompe bianche 2,262).
  • Gpl servito a 0,880 euro/litro (+7, compagnie 0,886, pompe bianche 0,873).
  • metano servito a 2,255 euro/kg (+39, compagnie 2,299, pompe bianche 2,221).
  • Gnl 2,116 euro/kg (+1, compagnie 2,148 euro/kg, pompe bianche 2,090 euro/kg).

Sulle autostrade, invece, la benzina self service sale a 2,293 euro/litro (servito 2,477), il gasolio self service a 2,324 euro/litro (servito 2,506), il Gpl a 0,991 euro/litro, il metano a 2,697 euro/kg e il Gnl a 2,099 euro/kg. Nonostante la situazione sia senz’altro grave, il rischio di un periodo di austerity come quello del 1973 è molto basso. Il mondo è molto cambiato negli ultimi cinquant’anni e la produzione energetica italiana, per quanto dipendente dalla Russia, è più diversificata. Andranno fatte delle scelte e apportati dei cambiamenti, ma non si dovrebbe arrivare agli estremi del 1973.