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Recovery e governance di spesa, il confronto fra Paesi Ue

Recovery e governance di spesa, il confronto fra Paesi Ue

A Parigi il piano si chiama “France Relance” e prevede un rilancio basato su 100 miliardi di risorse che, a differenza dagli altri Paesi, per più della metà verrà da finanziamenti statali. I cugini d’Oltralpe scommettono su digitalizzazione, innovazione, cultura e competitività. Voci a cui saranno destinati il 34% del totale dei fondi. Il Governo tedesco ha approvato la bozza del cosiddetto “DARP” il 16 dicembre 2020 e secondo le attuali previsioni la Germania ha diritto a €23,6 miliardi di sovvenzioni mentre non verranno accettati prestiti. Le misure di DARP sono già incluse nel bilancio del 2021, approvato dal Bundestag di Berlino e nel Piano di resilienza teutonico ben il 42,8% delle risorse andranno ad ambiente e clima. A Madrid spettano 140 miliardi di euro di cui 72 tramite trasferimenti e la restante parte in prestiti. L’obiettivo del Governo spagnolo è quello di concentrare tutti gli sforzi per mobilitare i trasferimenti nei primi tre anni ed usare successivamente i prestiti per terminare i progetti in corso. Al fine di anticipare l’attuazione del Piano, il Governo spagnolo ha messo da subito sul piatto 27 miliardi del bilancio nazionale con la “sanità” a fare la parte del leone nelle voci di spesa, che dovrebbe assorbire il 16,5% dei finanziamenti complessivi e con un impegno specifico su ricerca e sviluppo pubblico-privata e sul ridisegnare il Servizio sanitario nazionale iberico. In Italia, come più volte pubblicato da True-Pharma, la “Missione Salute” assorbirà 19,2 miliardi dei 209 complessivi (in realtà 191 ha spiegato il ministro Daniele Franco in audizione parlamentare) risultando la meno finanziata delle sei missioni previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Tutte le differenze tra i Piani nazionali

È quanto emerge dal documento “Pnrr a confronto: Italia, Francia, Germania e Spagna e le risorse per Salute” elaborato dal Centro Studi Inrete sulla base dell’indagine commissionata al Servizio studi del Senato che il 21 marzo ha pubblicato una nota breve in cui esamina i piani di rilancio post pandemici delle principali nazioni europee. (SCARICA)

Oltre al tema delle risorse le differenze vertono soprattutto sulle modalità di coinvolgimento dei Parlamenti sui rispettivi Piani nazionali di Italia, Francia, Germania e Spagna, sulla fase di elaborazione e scrittura degli stessi prima dell’invio alle Istituzioni europee, e infine sulla fase di attuazione e monitoraggio del Piano con relativa governance di spesa. In Francia per esempio non risultano al momento attivate procedura specifiche a livello parlamentare per l’esame delle leggi che conterranno le misure del “Plan de Relance”, anche perché non risultano a oggi determinate le concrete modalità di revisione da parte dell’Assemblée nationale in ordine alla redazione e all’adozione del piano nazionale stesso.

A livello di governance di spesa Parigi ha optato per una gestione del piano in capo al Ministero delle Finanze e l’istituzione di un Haut – Commissariat au Plan – presieduto da una figura politica scelta dal Presidente Macron per il coordinamento tra ministeri ed enti locali. Ci saranno rendicontazioni regolari al Parlamento sullo stato di esecuzione ogni due mesi. Differentemente dagli altri Paesi, la Francia ha posto una grande attenzione ai territori attraverso declinazioni locali del “France Relance” che prevedono dotazioni dirette alle collettività locali. Risorse che verranno gestite e attuate dai Prefetti. Il Ministro dell’economia ha presentato il primo marzo 2021 la distribuzione dei fondi in tutti i territori francesi.

In Spagna è stata invece istituita una Commissione interministeriale per la ripresa, trasformazione e resilienza, presieduta dal Primo Ministro, che si appoggerà su un comitato tecnico. Nel Gabinetto della Presidenza del Governo sarà creata un’apposita Unità di monitoraggio del Piano. In Germania sarà responsabile direttamente il Ministero delle Finanze federale, sia per la richiesta sia per l’impegno dei fondi, oltre ad esse il punto di contatto con le Istituzioni Europee. Il Governo intende inoltre presentare un rapporto sullo stato di attuazione del Piano due volte all’anno, in corrispondenza della presentazione del Documento programmatico di bilancio e del Programma nazionale di riforma. (SCARICA)