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Vacanze, cosa cambia se una regione va in zona gialla

regioni a rischio zona gialla

Alcune Regioni, con il peggiorare della curva epidemiologica e conseguente incremento dei ricoveri in area medica, potrebbero presto passare in zona gialla. È infatti prevedibile un ulteriore rialzo dei contagi, con relative ospedalizzazioni, per via delle vacanze estive. Gli italiani continueranno dunque a circolare sulla penisola, con il rischio che da un momento all’altro alcune Regioni potrebbero passare in zona gialla. Ma cosa cambierebbe in merito alle restrizioni? Che succederebbe, dunque, se durante le vacanze una regione andasse in zona gialla?

Regione in zona gialla durante le vacanze: quali sono le regole?

Anche se da zona bianca a zona gialla cambia poco, ci sono comunque delle regole che è bene tenere a mente. Soprattutto per chi intende viaggiare in estate, rischiando di trovarsi all’improvviso in una regione in zona gialla, anche prima di Ferragosto. Bisogna sottolineare, comunque, che la maggior parte delle restrizioni che interessano questo colore è comunque decaduta nel corso dell’anno. A partire dalla scorsa primavera il governo Draghi, mettendo in campo il calendario delle riaperture, ha lentamente smantellato le limitazioni. Fino al 1 luglio, giorno in cui tutte le attività sono tornate aperte (fatta eccezione per le discoteche, che rimarranno ancora chiuse).

Dunque se qualche Regione passasse in zona gialla, nessuna attività sarebbe costretta a chiudere. Non verrebbero poste limitazioni agli spostamenti e entrerebbe nuovamente in vigore il coprifuoco, eliminato ufficialmente lo scorso 21 giugno. Ciò che rimane obbligatorio in zona gialla è osservare le norme anticontagio, in particolare indossare sempre la mascherina, anche all’aperto. Un’altra piccola restrizione riguarda invece ristoranti, pub e bar: che in fascia gialla non possono far sedere allo stesso tavolo più di quattro persone non conviventi.

Sardegna, la prima regione a rischio zona gialla

La regione più vicina alla soglia è la Sardegna, con il 10% dei posti in terapia intensiva occupati. Tuttavia, per cambiare ufficialmente colore dovrebbe raggiungere il 15% in area medica, che al momento però si ferma al 5%. Infatti, secondo i nuovi criteri decisi dalle autorità, non spetta più ai contagi dettare il cambio di zona, ma alla percentuale di occupazione delle aree di rianimazione e degli altri reparti degli ospedali: la soglia che prevede l’ingresso in zona gialla è 10% per le terapie intensive e 15% per gli altri reparti.

Sicilia al 5%

È la seconda regione che rischia il passaggio in zona gialla. Attualmente il 5% dei posti in terapia intensiva è occupato, la metà di quelli che poi farebbero scattare la nuova fascia di colore. Allarmante anche il dato relativo ai restanti reparti dell’area medica: già pieni al 11%. In questa regione, come per la Sardegna, preoccupa anche un imminente rialzo dei contagi, con relative ospedalizzazioni, in quanto è meta ambita dai turisti di tutto il mondo.

Calabria critica in area medica

In Calabria i posti in terapia intensiva sono occupati al 3%, un dato che non si discosta molto da quelli delle altre regioni italiane. A preoccupare è però l’area medica, impegnata al 9%. Il meridione, dunque, si avvicina alla soglia gialla.

Lazio come la Sicilia

Anche il Lazio conta nei suoi ospedali un’occupazione al 5% dei posti in terapia intensiva. La soglia dell’area medica rimane invece al 5%, quindi parrebbe più lontano il cambio di colore rispetto al caso siciliano.