Home Facts Sgarbi contro un dipinto inedito di Raffaello: “È soltanto uno scoop giornalistico”

Sgarbi contro un dipinto inedito di Raffaello: “È soltanto uno scoop giornalistico”

Sgarbi

Sgarbi ha attaccato la notizia di un dipinto inedito di Raffello che secondo il critico d’arte si tratta soltanto di uno scoop giornalistico. Dunque, piovono attacchi da parte del critico d’arte e sottosegretario alla Cultura.

Sgarbi contro un dipinto inedito di Raffaello

A Pergola, in provincia di Pesaro-Urbino, è stato annunciato un nuovo dipinto inedito di Raffello.  Il dipinto, un olio su tavola di pioppo, datato 1504, 46 cm per 34 cm, appartenente ad una collezione privata all’estero, è al centro di uno studio che sarà pubblicato la prossima settimana sulla rivista scientifica “Open Science, Art and Science” con il titolo “La Maddalena di Raffaello ovvero quando l’allievo supera il Maestro”. Per un gruppo di studiosi si tratta di “un supremo risultato artistico del Rinascimento italiano”, di un capolavoro di Raffaello riscoperto. Tuttavia, Vittorio Sgarbi ha sollevato più di qualche dubbio a riguardo.

L’attacco: “È soltanto uno scoop giornalistico”

Il critico d’arte e politico Sgarbi ha attaccato: “Nessuna possibilità che il dipinto propagandato come Raffaello, e annunciato a Pergola, città affettuosa, sia del maestro urbinate. È soltanto uno scoop giornalistico, dal momento che si basa su una conoscenza di pochi trattandosi di un’opera in collezione privata, con la legittima aspirazione del proprietario di possedere un Raffaello”. Arrivano anche le motivazioni a riguardo: “già è bizzarra l’idea di una Maddalena con le sembianze della moglie del Perugino, come è sospetta la pur legittima propensione di alcuni studiosi a pronunciarsi soltanto su grandi nomi: Raffaello, Leonardo, Botticelli”.

“Perugino basta e avanza. L’opera annunciata come Raffaello”, ha proseguito, “è infatti una versione, forse autografa, di un prototipo di Perugino conservato a Palazzo Pitti, di cui si conosce un’altra versione alla Galleria Borghese. Difficile che nel 1504, quando, in contrasto con il suo Maestro nello “Sposalizio della Vergine” di Caen, Raffaello, con infinita grazia, dipinge il suo mirabile “Sposalizio”, ora a Brera, che è tanto più libero, nuovo e sciolto di quello del maestro, egli si applichi a fare una copia del Perugino, che in quel momento ha già lasciato alle spalle“.

Le motivazioni del sottosegretario alla Cultura sono ancora altre: “Altrettanto impossibile è che il Perugino dipinga una copia di Raffaello. Al massimo, dunque, la nuova versione, di collezione privata, è una replica del Perugino. Di cui verificare l’autografia, rispetto a quella certa delle opere conservate nei musei, e di pubblico dominio”, ha detto Sgarbi. Poi, un ultimo attacco: “Il gioco del privato che possiede un’opera “più autentica” di quella di un museo è già stato tentato, per Raffaello, con l’autoritratto giovanile. Poi la febbre è passata. Ma è evidente che la proprietà privata, e la conoscenza dal vivo di soltanto alcuni studiosi, sono pregiudizievoli per il riconoscimento della autografia”.

 

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