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Perché Alessio D’Amato ha lasciato il Pd: Calenda pronto ad accoglierlo

Perché Alessio D'Amato ha lasciato il Pd

Perché Alessio D’Amato ha lasciato il Pd e in particolare si è dimesso dall’Assemblea Nazionale del partito. Bufera e polemiche nel centrosinistra con Carlo Calenda che apre le porte al consigliere della Regione Lazio.

Perché Alessio D’Amato ha lasciato il Pd

“Ho comunicato a Stefano Bonaccini le mie dimissioni dall’Assemblea Nazionale del PD. Brigate e passamontagna anche No. È stato un errore politico partecipare alla manifestazione dei 5S. Vi voglio bene, ma non mi ritrovo in questa linea politica”. Lo scrive su Twitter il Consigliere della Regione Lazio, Alessio D’Amato, candidato per il centro-sinistra alla presidenza.

Calenda pronto ad accoglierlo

Alessio D’Amato “l’ho sentito tante volte. – ha dichiarato Carlo Calenda-  E’ una persona di qualità, conta perché sa fare accadere le cose. So che ci sono tante persone in sofferenza. Sarei felicissimo se D’Amato se mi chiedesse di entrare in Azione. Come sarei felicissimo degli amministratori sindaci… che si misurano con la capacità di fare accadere le cose. Noi – sottolinea Calenda – vogliamo costruire un partito di amministratori”.

Quanto a Renzi, “credo che si voleva tenere le mani libere e non fare sicuramente il Partito unico. Io lo avevo promesso a un milione e 400mila elettori, ma non è andata così”, dice il leader di Azione. Poi, Calenda chiude al Pd e risponde con “No perché la linea con i 5S io non la condivido. Penso che servano investimenti strutturali e che la transizione ecologica sia una cosa complessa. Non penso che il problema del lavoro si risolva con sussidi a pioggia. Io considero la politica dei 5S molto dannosa per il Paese“, risponde Calenda. E spiega che “sono tante le ragioni di dissenso con Schlein. Forse è tempo di costruire un’area liberal democratica vera”.