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Offese online contro Liliana Segre: denunciate 20 persone

Offese online contro Liliana Segre: denunciate 20 persone

La giornata della memoria è una data che serve per non dimenticare quanto accaduto alle vittime dell’olocausto durante la seconda guerra mondiale a causa del nazismo. Eppure, sebbene si cerchi di sensibilizzare sempre più persone, si verificano ancora episodi spiacevoli: Liliana Segre è infatti stata vittima di offese online da diversi utenti, 20 dei quali identificati e denunciati.

Una vicenda che mette in evidenza quanto sia difficile educare ogni cittadino.

Liliana Segre subise offese online: c’è anche Chef Rubio

Il 27 Gennaio di ogni anno ricade la commemorazione in onore delle tante vittime che hanno perso la vita nei campi di concentramento. La pagina più buia della storia contemporanea, che serve anche a far riflettere tutti. I sopravvissuti hanno raccontato il loro trascorso, come la stessa Liliana Segre, autentico simbolo di forza e resilienza.

Nonostante le tante iniziative volte a sensibilizzare i cittadini su questo tema, non sono mancate offese online nei confronti della senatrice. Un evento quasi di prassi, dato che la stessa aveva sporto denuncia il 6 Dicembre del 2022 presso la caserma dei carabinieri di Milano, al fronte di ingiurie e minacce telematiche, subite nei mesi precedenti. Dunque la “storia si ripete”, dimostrando come sia semplice ignorare gli errori del passato.

In questa circostanza le offese online sono arrivate da diversi account con profili anonimi, rintracciati e segnalati. Ci sono circa 20 persone, tra cui compare la figura di Chef Rubio. Tre donne e diciassette uomini, molti dei quali coprono ruoli importanti; ci sono infatti medici, infermieri e anche liberi professionisti.

Tutti con lo stesso capo di accusa, ovvero diffamazione a mezzo telematico che va ad aggravarsi con le motivazioni di stampo religioso, etnico e razziale.

L’autorità giudiziara – una volta rintracciati – avrà la facoltà di decidere chi condannare per i reati espressi pocanzi, colpevole dunque di ingiurie e diffamazioni, di stampo etnico e razziale (oltre che religioso).