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Ius soli sportivo: cos’è e come funziona lo strumento richiesto dal Coni

Ius soli sportivo cos'è

Ius soli sportivo: cos’è

Lo Ius soli sportivo prevede la possibilità che giovani stranieri partecipino a competizioni per squadre italiane ma non permette di ottenere la cittadinanza escludendoli dalle convocazioni della Nazionale.

Ius soli sportivo, cosa prevede la norma

Lo Ius soli sportivo, secondo la norma attuale, prevede che i minori stranieri regolarmente residenti in Italia “almeno dal compimento del decimo anno di età“ possono essere tesserati presso le federazioni sportive “con le stesse procedure previste per il tesseramento dei cittadini italiani“.

Nella norma attuale c’è un limite evidente: gli stranieri minorenni residenti in Italia ma non cittadini italiani non possono essere convocati per le selezioni nazionali. Per essere convocati devono attendere di diventare maggiorenni. Solo al compimento dei 18 anni, in base alle leggi sulla cittadinanza in vigore in Italia, possono avviare la pratica per ottenere la cittadinanza italiana e poi essere chiamati nella Nazionale italiana.

Malagò parla dello Ius soli sportivo

Giovanni Malagò, presidente del CONI, ha dichiarato riguardo lo Ius soli sportivo: “Sono anni che c’è una formidabile polemica sullo ius soli. Come Coni hanno provato a tirarci per la giacchetta e noi abbiamo sempre sostenuto la tesi che si tratta di una materia politica, ma non riconoscere lo ius sportivo è aberrante e folle”.

“Questo discorso oggi più che mai va concretizzatocontinua Malagò –  a 18 anni e un minuto chi ha i requisiti deve avere la cittadinanza italiana e non iniziare una via crucis con rimbalzi tra prefetture e ministeri”

Lo Ius soli sportivo secondo l’ASGI

L’Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione) spiega il limite dei 10 anni di età della norma: “Probabilmente è dettato dalla presunzione che per un minore entrato in così tenera età il rischio di essere soggetto al traffico illecito di calciatori sia estremamente ridotto ma determina l’esclusione di molti minori il cui diritto alla parità di trattamento con i minori italiani è garantito dalla Convenzione ONU sui diritti del fanciullo”.

Inoltre, sempre secondo l’Asgi “il concetto di regolarmente residenti debba essere interpretato guardando alla dimora abituale e quindi alla semplice presenza del minore sul territorio, indipendentemente dalla condizione di regolarità o meno del soggiorno dei dei genitori”.