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Mogol, chi è il paroliere: vita privata, significato del nome, moglie, figli e Battisti

Mogol

Mogol è uno dei più famosi e riconosciuti parolieri del panorama musicale italiano. Ha lanciato grandi artisti ed ha avuto un rapporto privilegiato almeno per una parte di vita con Lucio Battisti. Poi, qualcosa non ha più funzionato.

Mogol, chi è il paroliere: vita privata e significato del nome

Mogol è nome d’arte di Giulio Rapetti: uno dei più importanti e riconosciuti parolieri italiani. Nato a Milano il 17 agosto del 1936, la sua vita è la scrittura di testi musicali e il lancio di grandi artisti, su tutti Lucio Battisti. Il suo nome d’arte non ha un significato vero e proprio ma fu la SIAE a scegliere per lui. Durante la sua carriera, ha lavorato a fianco di tanti artisti come Marcella Bella, Mango, Adriano Celentano, Gianni Morandi, Patty Pravo, i Dik Dik, Little Tony, Bobby Solo

Mogol: moglie e figli

Tante donne nella sua vita: si è sposato con Daniela Gimmelli e ha quattro figli, tre (Mario, Alfredo e Carolina) avuti dalla prima moglie, Serena De Pedrini. Il quarto (Francesco) da una relazione con un’altra donna, Gabriella Marazzi.

Il rapporto con Battisti

Famoso è il rapporto personale e professionale avuto con Lucio Battisti. In un’intervista al Corriere della Sera, Mogol ha raccontato l’incontro e l’inizio della collaborazione artistica con il giovane Lucio. “Ci fece conoscere Christine Leroux, direttrice di una casa di edizioni musicali che aveva fatto un contratto a Lucio. Lui mi fece sentire due canzoni. “Non mi sembrano un granché”, dissi. E lui “In effetti… sono d’accordo”. Era semplice e umile, sorrise nonostante la batosta. Per non sentirmi un verme miserabile gli proposi di vederci per provare a fare qualcosa insieme. Nacquero “Dolce di giorno” e “Per una lira”.

Poi, ecco come trascorrevano le loro giornate: “Ci trovavamo tutte le mattine nella mia villa di campagna a Molteno. Io preparavo il primo caffè per accoglierlo, lui quelli successivi. Lucio stava sul divano con la chitarra, io sul tappeto con carta e penna. Lavoravamo un’ora, dalle 9 alle 10, e nasceva una canzone al giorno. Una volta che era pronto un album, il primo ascolto era riservato a un amico giardiniere”. Poi, arriva la separazione: “Non fu una questione di soldi, ma di equità. Lui otteneva due terzi dei diritti e io un terzo. Chiesi di dividere in
parti uguali. Sembrava d’accordo, ma il giorno dopo cambiò idea. Gli dissi che non avrei più lavorato con lui”.