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Medvedev su Draghi post provocatorio dopo le dimissioni: “Chi sarà il prossimo?”

Medvedev su Draghi

Medvedev su Draghi: dopo le dimissioni del premier italiano, l’attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ha postato una foto provocatoria diretta ancora una volta a mandare un messaggio di sfida all’Occidente.

Medvedev su Draghi post provocatorio dopo le dimissioni

Le dimissioni di Mario Draghi e il rigetto poi di Mattarella hanno fatto il giro del mondo. Anche in Russia riportano la notizia e in particolare sull’homepage della Tass, c’è il titolo “il presidente italiano respinge le dimissioni del premier Mario Draghi”.

Addirittura, sempre in Russia, c’è chi come Grigorij Beglarjan, conduttore del programma Capital sulle frequenze di Radio Business Fm, aveva preannunciato le elezioni prima delle dimissioni di Draghi: “Le elezioni possono finire chissà come perché i partiti che oggi non sono al governo godono di grande popolarità. Ad esempio, un’alleanza tra la Lega di Salvini e il partito di Berlusconi, a giudicare dai sondaggi, ha un forte sostegno da parte del popolo e può sconfiggere i politici attuali, i partiti che oggi governano in Italia”.

Su Telegram, l’ex presidente russo scrive: “Chi sarà il prossimo?”

Abbastanza emblematica è l’immagine postata su Telegram da Dmitry Medvedev, ex capo del Cremlino e primo ministro russo, attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza:  una foto divisa in tre riquadri di cui il primo raffigura Johnson, il secondo Draghi, il terzo una sagoma nera con un grande punto interrogativo che vuol dire “chi è il prossimo?”.

In Italia, è arrivato subito il commento del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio a questa foto: “Mi piange il cuore a vedere che dall’altra parte del mondo, a Mosca che è un’autocrazia, Medvedev festeggia perché una della più potenti democrazie del mondo, l’Italia, è stata indebolita. Io lo chiamo il partito di Conte perché quello non è più il Movimento 5 stelle, mi dispiace dirlo. Fortunatamente tanti elettori, tanti parlamentari del fu movimento non la pensano come lui”.

 

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