Home Facts Fratelli d’Italia contro Report: interrogazione parlamentare

Fratelli d’Italia contro Report: interrogazione parlamentare

Fratelli d'Italia contro Report

Fratelli d’Italia contro Report: il partito di Giorgia Meloni ha presentato un’interrogazione parlamentare come risposta ai servizi mandati in onda dal programma di Rai 3 la scorsa domenica, in particolare contro il papà della premier.

Fratelli d’Italia contro Report

Fratelli d’Italia ha risposto al programma di Report dopo il servizio di domenica scorsa. “Oggetto della richiesta d’intervento sono i servizi di #Report “La Russa Dinasty” dell’8 ottobre dove viene messa in discussione la testimonianza dell’ex colonnello dei carabinieri Michele Riccio che racconta di aver saputo da un informatore che Cosa nostra nel 1994 aveva chiesto di votare per Antonino e Vincenzo La Russa. L’altro servizio attaccato è quello del 14 gennaio dal titolo “Mafia a tre teste” e in particolare la testimonianza del pentito di Camorra Nunzio Perrella che ha rivelato un presunto legame tra il padre di Giorgia Meloni e il boss camorrista Michele Senese.”

Interrogazione parlamentare

Fratelli d’Italia ha pubblicato una nota ufficiale comunicando di aver presentato un’interrogazione parlamentare. “Abbiamo presentato un’interrogazione all’Ad Roberto Sergio e alla Presidente Marinella Soldi per sapere se l’utilizzo ricorrente di pentiti di mafia giudicati inattendibili dalla magistratura, che dopo qualche decennio fanno rivelazioni circa presunte rivelazioni su persone decedute, sia in linea con quanto stabilito dal Contratto di Servizio, che regola i rapporti tra lo Stato e la Rai.

È accaduto nel caso del padre del Presidente del Senato Ignazio La Russa, e nel caso del padre del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che tra le altre cose, come tutti sanno, ha interrotto i rapporti con Franco Meloni quando era ancora una bambina. Due servizi giornalistici per alcuni versi speculari: c’è un pentito giudicato inattendibile dai magistrati che dopo decenni tira in ballo una persona deceduta, e quindi non in grado di controbattere, per colpire indirettamente degli esponenti politici. Per di più si sceglie di non dare conto al pubblico dell’inattendibilità dei pentiti intervistati, forse perché altrimenti verrebbe giù tutto l’impianto del teorema messo in piedi.

Con quello che sembra a tutti gli effetti un ‘metodo’, stiamo assistendo al progressivo degradamento di una storica trasmissione, un tempo capace di fare delle vere e proprie inchieste, e oggi ridotta a costruire teoremi fine a se stessi, utili solo a spargere fango. Ci auguriamo che l’Ad e la Presidente rispondano presto e nel merito ai punti che abbiamo sollevato”.