Cucchi, carabinieri condannati: si chiude un capitolo giudiziario per i due carabinieri imputati nell’omicidio del giovane Stefano morto il 22 ottobre 2009 a Roma mentre era sottoposto a custodia cautelare.
Cucchi, carabinieri condannati
Nella serata di lunedì 4 aprile 2022, è arrivata la decisione della Cassazione che ha emesso la sentenza sul processo in cui sono imputati 4 carabinieri per la morte di Stefano Cucchi. Finalmente Ilaria Cucchi ha portato a termine la sua lunga battaglia giudiziaria per ottenere la definitiva giustizia per il fratello.
Ecco, dunque, che la corte di Cassazione ha condannato in via definitiva per omicidio preterintenzionale i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro: la pena passa da 13 a 12 anni di reclusione. Inoltre, la Suprema Corte ha stabilito che ci dovrà essere un nuovo processo di appello per i due carabinieri accusati di falso nell’ambito della morte del giovane geometra romano: l’appello bis è per Roberto Mandolini, che era stato condannato a 4 anni di reclusione e per Francesco Tedesco (il militare che ad un certo punto ha collaborato alle indagini) condannato a 2 anni e mezzo di carcere.
“A questo punto possiamo mettere la parola fine su questa prima parte del processo sull’omicidio di Stefano. Possiamo dire che è stato ucciso di botte, che giustizia è stata fatta nei confronti di loro che ce l’hanno portato via. Devo ringraziare tante persone, il mio pensiero in questo momento va ai miei genitori che di tutto questo si sono ammalati e non possono essere con noi, va ai miei avvocati Fabio Anselmo e Stefano Maccioni e un grande grazie al dottor Giovanni Musarò che ci ha portato fin qui”, ha dichiarato Ilaria Cucchi dopo la sentenza della Cassazione.
Pg: “Per Stefano una via crucis notturna”
“Fu una via crucis notturna quella di Stefano Cucchi, portato da una stazione all’altra” ha sottolineato in aula il Pg della Cassazione Tomaso Epidendio, “e tutte le persone che entrarono in contatto con lui dopo il pestaggio sono rimaste impressionate dalle condizioni del Cucchi: si tratta di un gran numero di soggetti tra i quali infermieri, personale delle scorte, detenuti, agenti di guardia. Davvero si può ritenere che questo numero impressionate di soggetti abbia congiurato contro i carabinieri?”.
Inoltre, ha sottolineato il Pg: “Si tratta di soggetti professionalmente preparati che si trovano ad affrontare una reazione prevedibile, e nemmeno delle più eclatanti, durante il fermo di Stefano Cucchi che rifiuta di sottoporsi al fotosegnalamento”, aggiungendo che il pestaggio attuato dai carabinieri nella caserma Casilina “è stato una punizione corporale di straordinaria gravità, caratterizzata da una evidente mancanza di proporzione con l’atteggiamento non collaborativo del Cucchi”.