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Conte attacca il governo della Meloni sulle nomine e poi dice no all’alleanza con il Pd

Conte

Conte ha attaccato il governo e la Meloni sul tema delle nomine. Intanto, dalle ultime parole del leader del Movimento 5 Stelle sembra essersi chiusa la possibilità di un’alleanza con il Partito Democratico.

Conte attacca il governo della Meloni sulle nomine

“Non mi sembra che il governo sia in difficoltà sulle nomine, mi sembra che governo esprima una bulimia di nomine assolutamente censurabile”. Così il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, parlando con i giornalisti ad Ancona prima di un comizio. “Siamo al di là dello spoil system, si stanno introducento norme contra personam”.

“Voglio essere chiaro – ha spiegato il leader pentastellato – il sistema dello spoil system è un sistema anche corretto: quando un governo si insedia ci sono alcuni incarichi pubblici che debbono avere una consonanza con il governo di turno. Però – ha sottolineato – qui si sta andando assolutamente oltre. Dopo la stagione  disastrosa berlusconismo con leggi ad personam, qui si stanno introducendo leggi contra personam. Anche quegli incarichi che dovrebbero esser sottratti allo spoil system, parliamo dell’Inps, dell’Inail – ha detto ancora -, sono invece  volgarmente aggrediti con delle norme ad hoc, norme contra personam. Siamo al di là dello spoil system, perché alcuni incarichi pubblici, soprattutto se svolti bene dovrebbero essere presidiati nella loro autonomia. Questo governo è bulimico”.

Il leader pentastellato dice no all’alleanza con il Pd

Due giorni fa Elly Schlein in piazza con i sindacati aveva dichiarato: “Sì, c’è un dialogo con Conte. Non solo sul tema del lavoro di qualità ma anche sul salario minimo su cui anche le altre opposizioni hanno delle proposte, dialogheremo in Parlamento per unire i nostri sforzi”. Per poi aggiungere “una delle rivendicazioni di questa piazza è anche la sanità pubblica, su cui il governo non ha messo le risorse necessarie e questo vuol dire tagliare i servizi alle persone. Ci batteremo su questi terreni, possiamo lavorare insieme, il Pd c’è e ci sarà per continuare a farlo”.

Dall’altra parte Conte sembra chiudere le porte alla Schlein e al Pd: “Non cediamo la leadership progressista su battaglie per definire un futuro migliore. Non c’è una concreta prospettiva per un’alleanza strutturale. La convergenza deve essere su obiettivi condivisi, non deve esserci un compromesso al ribasso”.  “Con il Pd si sta registrando una convergenza su alcuni temi quali il salario minimo legale, che noi portiamo avanti già da tempo e sono anzi i nostri cavalli di battaglia, ma è anche vero che su altre posizioni non c’è ancora stato un cambiamento, per esempio sul conflitto russo ucraino su cui la posizione del Pd è rimasta la stessa” ha ribadito Conte.

 

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