Settembre si chiude con un segnale chiaro: la curva dei casi Covid in Italia registra una nuova crescita. Nel periodo tra il 18 e il 24 settembre sono stati segnalati 4.256 casi e 37 decessi. Si tratta di un netto incremento rispetto alla settimana precedente, che aveva contato 3.692 casi e 21 morti. Crescono anche i tamponi effettuati: da 29.112 a 33.209, con un tasso di positività che si attesta al 12,8% (contro il 12,7% della settimana prima). La regione più colpita rimane la Lombardia con 1.637 casi, poi la Campania (674) e il Veneto (436).
Le nuove varianti e la loro diffusione
Secondo i dati di sequenziamento della piattaforma nazionale I-Co-Gen, in agosto è stata osservata la co-circolazione di diverse sotto-varianti JN.1. Tra queste, la XFG risulta nettamente prevalente, rappresentando il 78% delle sequenze raccolte, mentre XFG.3 ha raggiunto il 12% in luglio. “Nell’ultimo mese di campionamento consolidato si evidenzia la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di sequenziamenti attribuibili a XFG (78%)”, riporta il monitoraggio ufficiale.
L’analisi degli esperti: aumento lento ma costante
“I casi di Covid nel nostro Paese sono in lento, ma continuo aumento, e ormai – nell’ultima settimana – hanno superato quota 4mila. Se si pensa che probabilmente c’è una forte sottostima, in quanto i più fanno un tampone fai da te e molti non lo fanno proprio, i numeri sono tutt’altro che irrilevanti”, analizza Giovanni Rezza, docente straordinario di Igiene e Sanità pubblica all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Tuttavia, come riferisce AdnKronos, precisa: “Per fortuna, i casi gravi sono davvero una piccola minoranza e anche le ospedalizzazioni sono relativamente poche”.
Rezza sottolinea poi un aspetto importante dal punto di vista epidemiologico: “Ciò che colpisce è soprattutto che, essendo un virus giovane e capriccioso, Sars-CoV-2 non ha ancora una stagionalità ben assestata – per cui tende a fare dei picchi anche col clima caldo, ad esempio a inizio estate o inizio autunno, anticipando di fatto la stagione influenzale, in conseguenza delle mutazioni che accumula e approfittando del calo delle risposte naturali indotte dall’ultima vaccinazione o dalla malattia naturale. Ciò rende difficile programmare una campagna vaccinale finalizzata, secondo le ultime indicazioni del ministero della Salute, a proteggere anziani e fragili”.
Consigli di buonsenso e rispetto per i più fragili
“Le ondate degli ultimi tempi – osserva sempre Rezza – non sono state particolarmente intense e, soprattutto, l’impatto clinico è relativamente modesto. Ma fosse anche una normale influenza o un banale raffreddore, poterlo evitare e proteggere gli altri, evitando eventi pubblici quando si ha febbre o altri sintomi respiratori, e magari usando una mascherina se si ha la tosse (che sia da Covid o meno), rimane certamente un consiglio di buon senso e una forma di rispetto nei confronti degli altri, soprattutto se si tratta di persone vulnerabili”.
Il ciclo delle infezioni e i motivi dell’incremento
L’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’università del Salento, offre una prospettiva focalizzata sul periodo: “La crescita dei casi Covid osservata in questi giorni rientra nella dinamica attesa per questo periodo. La riapertura delle scuole e il rientro nei luoghi di lavoro comporta un naturale aumento della circolazione dei virus respiratori”. Lopalco segnala anche che “lo scorso anno la crescita dei casi era stata anche maggiore in questo periodo. Ci avviamo gradualmente verso il picco stagionale atteso per il periodo invernale. Non dimentichiamo che la vaccinazione è disponibile e gratuita per tutte le categorie a rischio”.
Nuova circolare vaccinale: priorità e modalità
Il ministero della Salute ha diramato una circolare con le nuove indicazioni per la campagna vaccinale autunnale-invernale 2025/2026 anti Covid. I vaccini sono ora aggiornati per la variante Sars-CoV-2 LP.8.1 e “è possibile la co-somministrazione con altri vaccini (con particolare riferimento al vaccino antinfluenzale), fatte salve eventuali specifiche indicazioni d’uso o valutazioni cliniche”. La dose di richiamo è annuale e l’aver contratto un’infezione, anche di recente, “non rappresenta una controindicazione alla vaccinazione”.
Le categorie prioritarie per il richiamo includono persone con età pari o superiore a 60 anni, ospiti di strutture per lungodegenti, donne in gravidanza o in allattamento, operatori sanitari e sociosanitari, e persone dai 6 mesi ai 59 anni con alta fragilità. Il ministero segnala che “la vaccinazione, pur rimanendo raccomandata per tutti i gruppi di persone indicati e disponibile anche per coloro che non rientrano nelle suddette categorie, sarà prioritariamente somministrata alle persone di età pari o superiore a 80 anni, agli ospiti delle strutture per lungodegenti, alle persone con elevata fragilità, con particolare riferimento ai soggetti con marcata compromissione del sistema immunitario, agli operatori sanitari e sociosanitari”.
Modalità di accesso e sorveglianza
I richiami potranno essere somministrati tramite medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, farmacie e la rete ospedaliera e territoriale, “atte a garantire una maggiore offerta attiva della vaccinazione alle persone a rischio di sviluppare forme gravi della malattia”. È anche raccomandato rafforzare le attività di comunicazione e consentire la prenotazione online tramite piattaforme regionali. Il ministero evidenzia infine la necessità di “rispetto dei principi delle buone pratiche vaccinali, la valutazione del rapporto benefici/rischi specifico per età e genere e l’attenzione nel segnalare tempestivamente qualsiasi sospetta reazione avversa al sistema di farmacovigilanza dell’Aifa”.