Home Future Elezioni, propaganda e disinformazione: contro l’AI siamo senza difese

Elezioni, propaganda e disinformazione: contro l’AI siamo senza difese

Elezioni, propaganda e disinformazione: contro l’AI siamo senza difese

Perchè questo articolo dovrebbe interessarti? Una voce identica a quella di Biden telefona agli elettori del New Hampshire persuadendoli di non andare a votare alle primarie. Otto anni dopo il Russiagate, l’AI giocherà un ruolo centrale nella sfida globale della disinformazione elettorale. Matteo Flora a True News: “Come ci si difende? Non si può. E la propaganda ha il suo migliore alleato nel pessimo giornalismo”

“Se poni l’intelligenza al di sopra di tutte le altre qualità umane, passerai dei guai“: così twittava lo scorso autunno l’allora direttore scientifico di OpenAI Ilya Sutskever nel bel mezzo dello scontro con l’ad Sam Altman. Parole, quelle del co-artefice di ChatGPT, che suonano come un ammonimento decisamente ancora attuale. In un 2024 che vede avvicinarsi appuntamenti elettorali – in Usa ed Eruopa – che potrebbero cambiare gli equilibri mondiali.

Sta facendo molto discutere quanto avvenuto in occasione delle primarie nel New Hampshire. Diversi cittadini hanno ricevuto chiamate telefoniche automatiche. All’altro capo una voce in tutto e per tutto somigliante a quella del presidente democratico Joe Biden. Ed un appello a non recarsi ai seggi delle primarie.“Il voto di questo martedì non fa altro che favorire i repubblicani nel loro tentativo di eleggere nuovamente Donald Trump. Il vostro voto farà la differenza a novembre, non questo martedì”.

Non era ovviamente un messaggio di Biden. Ma una comunicazione realizzata con l’Intelligenza Artificiale. Un fatto che solleva numerosi interrogativi. Inquietanti, aggettivo abusato ma decisamente pertinente. Chi sta operando per condizionare le presidenziali Usa? Di quali risorse dispone? Come proteggersi da attività di propaganda e disinformazione divenute con l’AI esponenzialmente più sofisticate? “Dobbiamo considerare quanto accaduto parte di uno scenario new normal. Contro il quale non ci sono modalità efficaci di difesa. Ed il migliore alleato della disinformazione resta il pessimo giornalismo che ci circonda“: così Matteo Flora, professore a contratto di Sicurezza delle AI e delle SuperIntelligenze all’Ese, European School of Economics“. L’intervista di True-news.

Professore, come valuta quanto accaduto in New Hampshire? E’ già in atto un tentativo di condizionare le elezioni Usa?

C’è una premessa da fare: questo tipo di tecnologia conversazionale è ormai conosciuta da un bel po’ di tempo. Era già stata utilizzata in precedenza da un’altra candidata per chiamare i propri elettori e se ne conoscono le possibilità. Non si tratta di un fenomeno nuovo. Ed altre campagne politiche sono già state interessate da tentativi di inquinamento di questo genere, nell’est Europa ed in Inghilterra, ad esempio. Dobbiamo considerare tutto questo come un new normal con il quale dobbiamo venire a patti

Ma come ci si difende?

Non ci si difende. Non c’è una modalità efficace per riconoscere quali contenuti sono generati da Intelligenza artificiale e quali no. Esistono pseudo norme. L’Ai Act, che non a caso si è voluto far approvare a tutti i costi prima delle elezioni Europee, mira tra le altre cose a fare sì che ci siano firme come watermark o fingerprint. Ma questo non risolve il problema se vengono utilizzati prodotti in open source che ognuno può modificare. Nemmeno le stesse società che forniscono questi contenuti sono in grado di definire cosa è reale e cosa no. E del resto, anche mettere fuori legge le pistole non significa che nel mondo si smetterà di sparare

Possibilità di risalire agli autori di questi attacchi?

Prossime allo zero. Basta comperare traffico telefonico da un altro Paese. O far intestare sim ad alcune teste di legno. Se stiamo parlando di attori globali capaci di investimenti da decine di milioni di dollari, le possibilità si riducono ancora di più

Insomma, sembra già di tornare al clima della sfida DonaldTrump-Hillary Clinton e del Russiagate del 2016. Ma con tecnologie incredibilmente evolutesi nel frattempo…

Già otto anni fa l’impatto sulle elezioni era stato forte. Ma stiamo parlando di tecnologia. Ed ogni nuova tecnologia è sempre stata sfruttata alle elezioni politiche. Gli sms, le robocall. I social media. Ora l’Intelligenza artificiale. Non c’è modo che una tecnologia così possa restare fuori dalla competizione. E chi se ne vuole servire a fini di disinformazione può contare su un prezioso alleato

Chi?

Il migliore amico della propaganda è il pessimo giornalismo che ci circonda. Quello che si fa fregare da finte recensioni o che titola a strillo per una parte o per l’altra. Le notizie false possono infiltrarsi con grande facilità nelle redazioni di queste testate. La capacità di capire cosa è reale e cosa no dipende da quanto gli outlet dell’informazione decideranno di essere reliable o meno.

L’AI nel frattempo dove sarà arrivata?

Siamo ad un passo dallo sviluppare doti di convincimento sovraumane. Casi come quello di Cambridge Analytica hanno già dimostrato quanto sia facile persuadere determinate bolle con una adeguata personalizzazione del messaggio. Ma un lavoro di persuasione una persona per volta presenta grandi complessità. Che vengono rimosse dall’AI generativa. Per capacità sovraumane nel livello di persuasione intendiamo proprio questo: poter far partire mille telefonate con mille personalizzazioni, in tempo zero e senza dispendio di energia. Sembrano scenari da fantascienza, ma è già realtà