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Pierangelo Bertoli, chi era il cantastorie dell’Emilia: vita privata, canzoni, malattia, morte

Chi era Pierangelo Bertoli

Chi era Pierangelo Bertoli, cantastorie dell’Emilia e della musica italiana. Scopriamo qualche informazione in più sulla carriera e vita privata dell’amato cantautore scomparso nel 2002. Quali sono le sue canzoni più note? Cosa sappiamo dei suoi familiari? Come è morto?

Chi era Pierangelo Bertoli, cantastorie dell’Emilia: vita privata, canzoni, causa morte

Pierangelo Bertoli è stato un cantautore che ha fatto la storia della musica italiana tra gli anni Settanta e Ottanta, autore di brani iconici ed indimenticabili nel corso della sua lunga carriera e considerato un vero e proprio “cantastorie” dell’Emilia. Nato a Sassuolo il 5 novembre 1942 in una famiglia operaia, è affetto fin da piccolo da una grave forma di poliomelite che lo costringe a vivere muovendosi con una sedia a rotelle. Da piccolo non possiede nemmeno una radio, per questo si avvicina tardi alla musica, anche grazie a suo fratello e alla sua band.

All’età di 25 anni inizia a suonare la chitarra da autodidatta e comincia a comporre i suoi primi brani. Inizialmente si esibisce solo di fronte ad amici e parenti, poi si avvia gradualmente verso un pubblico più ampio, suonando e cantando in sagre e feste di paese. All’inizio degli anni Settanta si unisce all’Unione Comunisti Italiani e forma il suo primo gruppo, il Canzoniere Nazionale del Vento Rosso. È in questo periodo che pubblica il suo primo album, Rosso colore dell’amore.

Il successo, gli album e le canzoni più note

Dopo lo scioglimento del Canzoniere, Pierangelo Bertoli continua a lavorare nella musica, pubblicando il nuovo album Roca Blues, autoprodotto e composto con l’aiuto di alcuni amici. L’album arriva alle orecchie di Caterina Caselli, che convince suo marito, il produttore Piero Sugar, a dare una chance a Bertoli con un contratto discografico.

Nel 1976 arriva il suo primo, vero album da solista, Eppure soffia, che lo lancia verso il successo e lo fa conoscere ad un pubblico più ampio. La title track del disco diventa un successo nazionale. Negli anni successivi Bertoli pubblica un totale di 17 album in studio, più i due dei suoi esordi, tra i quali ricordiamo soprattutto A muso duro, uno dei suoi dischi più amati e apprezzati grazie al quale trova la sua affermazione definitiva come artista.

Tra i suoi brani più amati ricordiamo Per dirti t’amo, Pescatore, Cent’anni di meno, Varsavia, Certi momenti, Giulio, Chiama piano, La fatica e 301 guerre fa. In carriera calca inoltre per due volte il palco dell’Ariston per il Festival di Sanremo. La prima nel 1991, insieme ai Tazenda con il brano Spunta la Luna dal monte, che arriva al quinto posto in classifica e vende oltre 1.5 milioni di copie. La seconda in solitaria appena un anno dopo, nel 1992, con il brano Italia d’oro, una canzone di denuncia contro la corruzione rampante nel paese che anticipò Tangentopoli e l’inchiesta di Mani Pulite.

La causa della morte, la malattia del cantautore

Bertoli muore a Modena il 7 ottobre del 2002, all’età di soli 59 anni, scomparso dopo una lunga lotta con una grave malattia. Il cantautore soffriva infatti di un tumore ai polmoni, per il quale si sottopose a diverse cure che, purtroppo, non portarono risultati. Il suo corpo fu cremato e oggi le sue ceneri sono conservate presso il cimitero nuovo di Sassuolo.

Vita privata: moglie, figli

Pierangelo Bertoli trova Bruna Pattacini, amore della sua vita e sua futura moglie, negli anni Settanta. Dalla loro unione nascono tre figli, il primo Emiliano, a cui il cantautore dedica il brano Dietro di me, la seconda Petra, a cui è dedicato, invece, l’omonimo album, e il più giovane Alberto. Quest’ultimo ha deciso di seguire le orme del padre e di costruirsi una carriera come musicista.  Tra i suoi lavori spicca Due voci intorno a un fuoco, album in cui Alberto canta in duetto virtuale con suo padre Pierangelo alcuni dei suoi pezzi più amati. È incluso nel disco anche Star con te, brano inedito scritto a quattro mani da padre e figlio nel 2001.