Quando la notizia è diventata ufficiale, il presidente dei presidenti della Serie C ha preso cappello e ha dettato un comunicato sdegnato: “La decisione non solo viola diritti consolidati, ma è espressione di una concezione elitaria del calcio”. La decisione è quella dei club della Serie A di darci un taglio con la Coppa Italia aperta a tutti e limitarne la partecipazione a 40 squadre: quelle del massimo campionato e le 20 della Serie B.

Le novità della Coppa
Il motivo della dieta è presto detto: quelle partite non interessavano a nessuno, nemmeno a mamma Rai che quasi non le trasmetteva, mentre ora si punta a un format più snello e in cui le big di Serie A scendano in campo più rapidamente così da moltiplicare il valore dei diritti tv e il montepremi.
Lo spettro della Superlega
Il cortocircuito nasce proprio qui. Se da una parte molte società di Serie A ancora aspettano – e sperano – di veder punite Juventus, Milan e Inter per le loro voglie secessioniste, dall’altra non si sono fatte scrupoli di buttare fuori il romantico calcio di provincia così da liberare spazio e risorse nel calendario.