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L’Italia in trincea contro le offensive cyber: attacchi e minacce in aumento

Cyberattacchi Clemente

Perché leggere questo articolo? True-News.it ha intervistato Michael Clemente, esperto di cybersecurity, sui dati preoccupanti che emergono dal report Clusit 2024 riguardo i numeri in aumento sui cyber attacchi.

Cyber attacchi in aumento in Italia. I dati di attacchi informatici parlano chiaro e mostrano un quadro in peggioramento ovunque. Soprattutto in Italia. Questo è quanto riportato dal rapporto Clusit 2024 sulla sicurezza ICT in Italia. True-News.it ha intervistato Michael Clemente, consulente in ambito cybersecurity ed esperto di cyber sicurezza, sui dati preoccupanti che fuoriescono dal rapporto e sulle previsioni future per preservare i nostri dati sul web.

Le cause dei dati in aumento

Ma perché questi dati sono in continuo aumento? “Da una parte perchè è aumentata la nostra capacità di rilevarli. Siamo sempre più bravi a rilevarli e soprattutto le aziende li comunicano”, ha dichiarato Clemente. “Dall’altra perché, e questo è un fatto storico, negli ultimi 3 anni c’è stata un’esplosione di quelli che sono gli attacchi informatici”.

Ad aggravare la situazione già critica è stato il conflitto tra Russia e Ucraina. “I russi che già disponevano di amplissime capacità di cybersecurity hanno avuto il via libera per fare tutta una serie di operazioni”. Secondo Clemente però il problema principale riguarda l’Ucraina. “L’Ucraina è un paese ad oggi estremamente fertile per mettere in piedi un’attività cybercriminale. È un paese che non ha più possibilità di perseguire i reati comuni. Le persone che vivono lì hanno un estremo bisogno di denaro. Per cui sta diventando un teatro da cui partono diverse operazioni”.

Clemente: “Guerra Russia-Ucraina non è l’unica causa”

I dati riportati dal report Clusit mostrano dati in peggioramento nell’ultimo anno. Guardando infatti i valori degli ultimi cinque anni infatti emerge che oltre il 47% degli attacchi totali censiti in Italia dal 2019 si è verificato nel 2023. La causa è imputabile solamente al conflitto in corso? Non solo, secondo Clemente. “Un buon 60% è dovuto dalla guerra ma il restante 40% è la nostra incapacità di rilevarli“, ha dichiarato. “Le aziende hanno sempre più la contezza di cosa sia il cybercrime e lo denunciano. A volte si scontra però col fatto che c’è la vergogna e non si denuncia. Rimangono ancora oggi un sacco di realtà che hanno una gestione degli incidenti che non va assolutamente bene”.

Cyberattacchi, Clemente: “Dati italiani particolarmente negativi”

L’Italia si mostra come una delle nazioni più colpite dai cyber attacchi. “L’Italia spicca in maniera particolarmente negativa”, afferma l’esperto. “Anche questo spiegabile dal fatto che scontiamo un tasso di alfabetizzazione digitale tutto sommato scarso“. Altro problema riguarda la questione delle aziende italiane. “Il nostro tessuto economico è fatto principalmente da piccole aziende. Le piccole aziende non hanno la sensibilità di investire in cybersecurity nei casi migliori. Nei casi peggiori non se lo possono neanche permettere”, ha affermato Michael Clemente.

I cittadini italiani sempre più vulnerabili

L’Italia quindi è in prima linea su questi attacchi. “Io la reputo una delle priorità del paese”, ha dichiarato. “Questa situazione è stata esacerbata dal mettere “in rete” tutta una serie di impianti industriali grazie alle iniziative del governo Renzi”. Si riferisce in particolar modo al Piano Industria 4.0. “Peccato che in quei progetti non ci siano stati fondi dedicati alla cybersecurity degli impianti industriali“. Questo spiega, secondo Clemente, “anche alcuni dati del Clusit che vedono gli attacchi al manifacturing in deciso aumento”.

Clemente parla chiaro riguardo il futuro. “Mi aspetto dati in deciso peggioramento“. E la vulnerabilità arriva a riguardare anche i comuni cittadini. “Ormai la digitalizzazione, volendo o non volendo, sta raggiungendo qualsiasi aspetto della vita del cittadino“, afferma l’esperto a True-News.it. Quasi tutti i servizi essenziali sono infatti digitalizzati. I problemi sono chiari ed evidenti. “Stiamo correndo dei grossi rischi. Bisogna avere coscienza che stiamo portando tutto su internet”.

Ecco come salvaguardarci dai cyberattacchi

Quali sono le pratiche da mettere in atto per salvaguardarci da questi cyberattacchi? “Ci sono delle buone pratiche di cyberigiene che, almeno che non stiamo parlando di sistemi di un certo livello di complessità, possono sicuramente rendere complessa la vita agli attaccanti”. Clemente parla in particolar modo di sistemi di autenticazione multifattoriale, simili a quelli che troviamo nelle app delle banche.

Ancora oggi, però, “tantissime aziende e tantissimi di noi non hanno ancora un sistema multifattoriale a difesa dei propri account social e di posta elettronica”. Altro step per salvaguardarci sarebbe quello di avere un meccanismo di backup, che l’esperto crede sia essenziale. Terza e ultima cosa, nonché la più importante, è “consapevolezza e informazione“. “Siamo costantemente bersagliati e abbiamo fretta. Questa fretta è la nostra nemica”, ha dichiarato. Fondamentale quindi è l'”awareness”, “che rimane e rimarrà secondo me ancora per i prossimi dieci anni un elemento imprescindibile”