Home Politics Geopolitics L’Italia punta sul Giappone: i dossier sul tavolo tra Roma e Tokyo

L’Italia punta sul Giappone: i dossier sul tavolo tra Roma e Tokyo

ITALIA GIAPPONE

Perché questo articolo potrebbe interessarti? Si rafforza l’asse tra l’Italia e il Giappone. Crosetto ha firmato a Tokyo l’accordo sul Gcap, mentre Urso un documento congiunto su partnership industriali. Dalla difesa alla tecnologia, ecco tutti i dossier (anche geopolitici) sul tavolo.

Prima Adolfo Urso, poi Guido Crosetto. Nel giro di una manciata di giorni, due ministri italiani hanno fatto tappa a Tokyo per firmare due importanti documenti con il Giappone. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy ha incontrato il ministro dell’Economia, del Commercio e dell’Industria giapponese, Yasutoshi Nishimura, con il quale ha messo nero su bianco un documento congiunto sulla cooperazione economica, industriale e tecnologica tra i due Paesi.

Il ministro della Difesa Crosetto ha invece formalizzato l’intesa relativa al Global Combat Air Programme (Gcap), il progetto dal quale vedrà la luce Tempest, un aereo da combattimento ultra moderno.

“Tra Italia e Giappone stiamo assistendo ad un avvicinamento sistematico e bollono in pentola varie questioni. Negli ultimi anni i rapporti sono rimasti sempre eccellenti. Non si erano tuttavia mai registrati rapporti così intensi lungo l’asse Roma-Tokyo, almeno a livello di visite istituzionali”, ha spiegato a true-news.it Antonio Moscatiello, giornalista ed esperto di Giappone.

La Difesa unisce Italia e Giappone

Difesa, nuove tecnologie, semiconduttori, spazio. Sono questi i punti toccati dai due ministri italiani durante le loro trasferte nipponiche. Ma perché il rafforzamento dei rapporti italo-giapponesi si sta verificando soltanto adesso? “Ci sono motivi esogeni ed endogeni. Innanzitutto stiamo assistendo ad una chiara riconfigurazione geopolitica del mondo. Gli Stati Uniti hanno come punto focale la Cina, mentre il Giappone e l’Italia, alleati di Washington, sono abili e arruolabili in questo braccio di ferro. L’uscita dalla nuova Via della Seta, inoltre, ci porta a rafforzare quasi naturalmente le nostre relazioni col principale concorrente regionale della Cina. Che è il Giappone, appunto, ovvero la chiave di volta del sistema delle alleanze Usa in Asia orientale”, ha aggiunto Moscatiello.

Sul fronte della Difesa, l’accordo sul Gcap ha come presupposto un ritorno uguale per le tre nazioni coinvolte – Italia, Regno Unito e Giappone – sotto il profilo delle conoscenze tecnologiche, produttive e occupazionali. Un comunicato diramato dal ministero della Difesa italiano ha inoltre specificato che piccole e medie imprese, start up, università e centri di ricerca potranno cooperare, assieme alle aziende leader del settore, per costituire un network di competenze in grado di produrre tecnologie innovative. Al momento, le aziende chiave coinvolte nell’intesa sono Leonardo per Italia, Mitsubishi Heavy Industries per Giappone e Bae Systems per l’Uk.

Gli altri dossier sul tavolo

Per quanto riguarda la visita di Urso, questa è servita ad implementare la partnership politica tra Italia e Giappone. Una partnership, ricordiamolo, elevata al rango di partenariato strategico lo scorso gennaio da Giorgia Meloni e dal premier giapponese Fumio Kishida.

Da questo punto di vista, l’intesa tra i Urso e il suo omologo Nishimura – travolto da uno scandalo economico e appena sostituito da Kishida – è finalizzata ad accrescere le sinergie industriali. Oltre, va da sé, a realizzare investimenti nei reciproci settori di interesse.

Un ruolo cruciale nel consolidamento delle relazioni industriali tra Italia e Giappone lo avranno le agenzie governative Istituto Commercio Estero (ICE) e Japan External Trade Organization (JETRO).

Nello specifico, la cooperazione tra i Paesi si realizzerà attraverso la promozione di collaborazioni tra aziende e startup nel campo delle tecnologie di nuova generazione – come l’intelligenza artificiale, i semiconduttori e le tecnologie quantistiche – dell’energia, delle infrastrutture e del biotech.

Geopolitica e semiconduttori

“Con la visita di Urso sono stati raggiunti accordi a livello ministeriale nelle tecnologie avanzate. Mi soffermerei tuttavia su una notizia: l’ingresso di Sony in ChipsIT, una fondazione italiana che punta a lavorare sulla progettazione di semiconduttori. Nel periodo post pandemico abbiamo potuto constatare che l’approvvigionamento dei chip è fondamentale. C’è però da dire che il Giappone però è piuttosto indietro su questo tipo di industria a livello avanzato, e cioè per i chip a 2 nanometri. L’Eruropa è anch’essa molto indietro, e l’Italia non ne parliamo. Ecco, noi ci mettiamo in sinergia con Giappone. Che è la terza economia del mondo, ma che sul tema chip avanzati è comunque in una fase di rincorsa”, ha sottolineato Moscatiello.

In ogni caso, Urso ha incontrato il vicepresidente e Chief Strategy Officer di Sony, Toshimoto Mitomo, il Deputy Ceo di Sony Venture Capital, Kaz Hadano e il presidente e amministratore delegato di Sony Semiconductor Solutions, Terushi Shimizu, per discutere degli investimenti del gruppo in Italia.

Infine, è interessante evidenziare l’aspetto geopolitico dell’intera vicenda. Le visite di ministri e alti funzionari italiani in Giappone, così come i flirt con India e Corea del Sud, hanno un valore economico. Ma, evidentemente, anche uno politico. “Questi rapporti sempre più intensi si stanno realizzando in una fase in cui, parallelamente, le nostre relazioni con la Cina potrebbero cambiare in seguito alla nostra decisione di uscire dalla Belt and Road. I segnali che mandiamo a Pechino, quindi, non sono molto positivi dal punto di vista del gigante asiatico”, ha concluso Moscatiello.