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Italia senza armi: il dibattito sul Cima infiamma la Commissione Difesa

Soldati italiani

Perché leggere questo articolo? Il Cima è un ente sottovalutato ma chiave per testare armamenti strategici. Dalla Lega arriva l’allarme: potrebbe essere sottodimensionato.

In Commissione Difesa al Senato si parla attivamente, in questa settimana, del Centro interforze munizionamento avanzato (Cima), un organo di nicchia e di eccellenza del sistema militare italiano. Ad avanzare domande su questo reparto è l’ex sottosegretaria alla Difesa Stefania Pucciarelli, esponente della Lega che nel governo Draghi aveva ricevuto da Lorenzo Guerini la delega alla gestione dei rapporti col personale militare.

Che cos’è il Cima

Pucciarelli, interrogando il Ministro della Difesa Guido Crosetto, pone sotto l’attenzione della Commissione di Palazzo Madama il fatto che il Cima sarebbe sottodimensionato e in carenza di personale. Un problema strategico di non poco conto in una fase in cui il governo Meloni, in continuità con l’esecutivo di Draghi, pensa a un rilancio delle spese militari finalizzato, tra le altre cose, ad attività di ricerca e sviluppo di nuove tecnologie.

Ares – Osservatorio Difesa ricorda, riguardo all’ente in questione: “Costituito nel luglio 1998 con decreto Interministeriale tra i Ministeri Difesa, Tesoro e Funzione Pubblica, il Cima ha raccolto e rinnovato in chiave interforze l’eredità di quello che dal 1983 era lo Stabilimento Militare Navale della Marina Militare – Marimuni – di Aulla, entrato in operativa nel 1966 dopo una costruzione iniziata nel 1959.

Il Cima è sito ad Aulla, in provincia di Massa-Carrara; istituzione in capo principalmente alla Marina Militare e in second’ordine a tutto il sistema di forze operative con compiti operativi missilistici, balistici, navali e subacquei, dalla contraerea ai marò. Per le sue attività passa il sistema di certificazione operativa che porta il munizionamento ad alto potenziale, di grosso calibro e di grande importanza strategica a essere pronto per l’operatività sul campo.

Uno snodo chiave per le armi inviate a Kiev

Ad oggi il Cima di Aulla promuove in particolare la certificazione del corretto funzionamento dei missili antiaerei Aspide e Aster di Esercito e Marina, mentre per quest’ultimo corpo testa i missili Teseo e Marte, le mine navali e i siluri MU90, A184 e MK46.

In particolare,  il missile Aster 30, sviluppato dall’italo francese MBDA, può colpire aerei fino a 120 chilometri di distanza e missili balistici a 30 chilometri, e rappresenta uno degli assetti chiave con cui Roma sta potenziando il suo sistema antiaereo oltre che un armamento fondamentale per rendere operativo il sistema Samp/T sviluppato con Parigi. Un’unità del quale protegge oggi Kiev dai bombardamenti missilistici russi.

Meno moderno ma robusto, anche il sistema Aspide sta dando buona prova di sé nella guerra in Ucraina. Oltre a questo, è altamente probabile che al Cima vengano testati anche nuovi prototipi di armi e procedimenti di gestione logistica e messa in sicurezza di materiali sensibili.

Il gap di personale

Pucciarelli ricorda nella sua interrogazione che ai tempi del governo Draghi “è stato pubblicato un bando per l’assunzione di 69 funzionari di terza area e di 264 assistenti di seconda area, dei quali 2 funzionari e 24 assistenti dovrebbero essere assegnati al Cima”, tre delle cui procedure di assunzione e messa a terra non sono però ancora partite.

La senatrice del Carroccio chiede inoltre “se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative di sua competenza intenda adottare al fine di accelerare l’assunzione delle figure tecniche necessarie al pieno funzionamento del centro interforze munizionamento avanzato”. Già nel 2022 la Cisl-Fp denunciava un forte sottodimensionamento di personale per il centro. La cui entrata in piena forza è messa in dubbio da chi, sul dossier, in passato ha lavorato.

La sfida del potenziamento del Cima

Avere centri d’eccellenza per testare, monitorare e mantenere in vita operativa gli armamenti a disposizione, oltre che per testarne di nuovi, è fondamentale per una forza militare moderna che desideri ottimizzare risorse e consolidarsi nel tempo. Pucciarelli, dall’interno della maggioranza, pone a Crosetto e al suo staff una domanda dirimente: il Cima è pronto ad assolvere a questo ruolo o la mancanza di personale inficerà le prospettive? Dalle prossime mosse della Difesa capiremo le priorità di Roma in tal senso.

Leggi l’interrogazione della senatrice Pucciarelli sul Cima