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Sanità lombarda, a Palazzo Pirelli si discute sulla riforma della legge 23

Sanità lombarda, a Palazzo Pirelli si discute sulla riforma della legge 23

Evoluzione di fabbisogni e spesa, capacità di risposta ai fabbisogni dei singoli e delle comunità, rapporto tra settori sanitario e socio sanitario, impatto della pandemia, prospettive dei documenti nazionali e regionali, insieme allo scenario determinato dal Piano di Ripresa e Resilienza. Sono questi i temi che, a Palazzo Pirelli, sono stati oggetto di dibattito per la riforma della legge regionale 23 del 2015.

Ad aprire i lavori sul convegno “Modelli di governance dei servizi sanitari e socio sanitari regionali a confronto”, promosso dalla Commissione Sanità, è il Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi (Forza Italia), il quale ha rimarcato come “Il Consiglio regionale è pronto a fare la sua parte sulla riforma della legge 23″. Ma quali sono le tempistiche? “Settimana prossima cominceranno le audizioni in Commissione – ha affermato – e contiamo di portarla in Aula a novembre per l’approvazione definitiva. C’è oggi una convergenza sostanziale tra le forza politiche, il mondo sindacale e quello delle professioni: il punto centrale è rafforzare la medicina territoriale, dove siamo andati maggiormente in difficoltà”.

Sanità lombarda e la sfida di un rinnovamento post-Covid

Sono tante però le questioni sul tavolo, a partire dai distretti sociosanitari. “Va affrontato al più presto il tema dei distretti sociosanitari e delle “Case della Comunità – ha poi sottolineato Alessandro Fermi -, che sono strutture intermedie in grado di gestire alcune patologie e offrire una serie di esami. Non può pesare tutto sull’ospedale o sul pronto soccorso, è necessario lavorare con i medici di famiglia per dar vita a queste “case”. La medicina generale deve diventare un fulcro intorno a cui far ruotare l’assistenza sanitaria.

Sanità, burocrazia e ruolo dei sindaci: come migliorare?

Altra tematica scottante è l’intreccio tra sanità e burocrazia, spesso problematico. “Liberare questo comparto sanitario dalla burocrazia è importante: bisogna aumentare ulteriormente le borse di studio per favorire l’accesso alla professione. E il ruolo dei Sindaci, quali Autorità Sanitarie locali, deve essere rafforzato per garantire un’effettiva partecipazione al processo decisionale nella governance del sistema”.

Docenti universitari, esperti, management, operatori e istituzioni hanno poi illustrato le rispettive esperienze a partire da un approfondimento sui modelli di governance dei servizi sanitari regionali.

Quasi 100 tra presidenti, direttori e rappresentanti di tutte le ATS, le ASST e gli IRCSS lombardi hanno preso parte all’evento, la metà dei quali in presenza.

Ed è proprio rivolgendosi a loro che, a nome dell’intera assemblea consiliare lombarda, il Presidente Fermi ha ringraziato “ciascuno dei direttori delle direzioni strategiche di ATS, ASST e IRCSS, presenti sia in aula che collegati da remoto, per il grandissimo impegno profuso in questo lungo anno pandemico. Siete stati i realizzatori di quegli argini che hanno permesso ai nostri ospedali di far fronte all’evento pandemico. Grazie al vostro lavoro a quello di medici, infermieri e operatori sanitari avete dimostrato quanto sia solido il nostro sistema, in un contesto in cui tutti i sistemi sanitari del mondo sono stati messi a dura prova”.

Letizia Moratti

La Vice Presidente di Regione Lombardia e Assessore al Welfare Letizia Moratti, in apertura dei lavori, ha sottolineato come “fondamentale nel percorso che si apre oggi dovrà essere il confronto con tutti i Consiglieri regionali, gli operatori e gli stakeholders affinchè questa riforma sia la più condivisa possibile frutto di un processo partecipato e di significativi approfondimenti soprattutto nella direzione di rafforzare le reti territoriali e la digitalizzazione delle tecnologie a supporto della salute“.

Emanuele Monti

Per Emanuele Monti (Lega), Presidente della Commissione Sanità, “Regione Lombardia sarà la prima regione italiana a utilizzare i fondi del Recovery Fund investendoli nella medicina territoriale” aggiungendo poi che “la legge 23 del 2015 prevedeva gli ospedali di comunità e gli ambulatori territoriali, mai finanziati dallo Stato. Ora finalmente abbiamo le risorse per realizzarli e lo faremo ancora una volta prima di tutte le altre regioni, con la stessa eccellenza e capacità che abbiamo dimostrato nel mettere a punto la migliore campagna vaccinale del Paese”.  

Carlo Borghetti

Nel corso dei lavori è intervenuto anche il Vice Presidente Carlo Borghetti (PD) che si è augurato come “nel percorso che parte oggi ci sia effettivamente la possibilità di integrare le linee guida proposte dalla Giunta introducendo modifiche e migliorie a un testo dove ci sono ancora molte lacune, soprattutto nei capitoli dei servizi dedicati a minori, anziani e disabili che la proposta della Giunta non contempla”.

Tutti gli ospiti del convegno

Sono poi intervenuti durante il convegno, quelli di Domenico Mantoan (direttore generale dell’AGENAS), Davide Croce (direttore del Centro sull’Economia e il Management nella Sanità e nel Sociale della LIUC), Francesco Longo (professore associato del Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche Università Bocconi), Gianvincenzo Zuccotti (Presidente del Comitato di Direzione della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano), Roberto Toniolo (direttore generale dell’Azienda Zero Regione Veneto), Tiziano Carradori (direttore generale dell’AUSL Romagna) e Francesco Quaglia (commissario straordinario dell’azienda ALISA di Regione Liguria).