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Urbex, la grande bellezza dei luoghi abbandonati

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Complice anche la pandemia, molti italiani stanno riscoprendo modi alternativi di fare turismo, a caccia delle bellezze più o meno nascoste d’Italia. Oltre al glamping, un’altra nuova tendenza è l’“Urbex”. Il significato? E’ l’abbreviazione di “urban exploration”, ovvero “esplorazione urbana”.  Ci si muove alla scoperta di luoghi abbandonati, dimenticati o in rovina, sconosciuti ai più. Come ospedali, vecchie ville abbandonati, parchi divertimento, fabbriche, rifugi sotterranei. L’obiettivo? Documentare, condividere, valorizzare e anche sensibilizzare al recupero di questi posti lasciati a se stessi, ma ricchi di storia e di fascino.

Urbex: significato

A seconda dei luoghi visitati, l’Urbex viene definita anche “speleologia urbana” o “arrampicata urbana”: piace molto agli appassionati di fotografia, agli sportivi e ai… coraggiosi, che si muovono come Indiana Jones contemporanei attraverso palazzi abbandonati, sistemi urbani di drenaggio delle acque, tunnel e passaggi sotterranei, solo per fare qualche esempio. Proprio considerata la tipologia di queste particolari visite “turistiche”, l’Urbex può risultare un’attività comunque un po’ rischiosa, sia a causa dei pericoli fisici veri e propri che si corrono mentre si cammina in luoghi abbandonati, sia per la possibilità di infrangere la legge, con relative sanzioni sia pecuniarie che penali, se si sconfina per esempio su proprietà private. In ogni caso i cosiddetti “urban explorer” hanno solo finalità di osservazione silenziosa e rispettosa, all’insegna del buon senso e della sicurezza. La loro attività, attentamente documentata sui social, ha anche un importante risvolto politico-sociale: dando visibilità a questi luoghi urbani abbandonati a se stessi si cerca di evitare un completo decadimento, sperando che nascano raccolte fondi e progetti di recupero.

Urbex: origini e diffusione

 

“Ufficialmente” l’Urbex è nato il 3 novembre 1793, quando Philibert Aspairt, “esploratore” delle Catacombe di Parigì, morì nei cunicoli in cui si era smarrito (venne ritrovato ben undici anni dopo). Alla diffusione di questo fenomeno hanno nel tempo contribuito tanti programmi tv e profili sui social network: per esempio Urban Explorers  su Discovery Channels, Cities of the Underworld su The History Channel o il reality MTV’s Fear su MTV.

Altrettanto numerosi sono i siti e le pagine social dedicate all’Urbex, da Instagram a Youtube. Per esempio “Ascosi Lasciti”, la più grande community italiana di esploratori urbani grazie alla quale si possono scoprire luoghi abbandonati super affascinanti in ogni regione d’Italia, https://ascosilasciti.com/it/tag/urbex-italia/, oppure “Urbex Squad”, anche in questo caso una comunità di “urbexer” che documenta giorno per giorno le esplorazioni in Italia e in Europa.

O ancora, Ghost Village, che si presentano così: “Alcuni luoghi parlano con voce distinta. Certi giardini strillanti reclamano a tutti i costi un delitto; certe vecchie case esigono di essere popolate da fantasmi. Sembrano ancora in attesa della leggenda giusta”.

 

Urbex in Italia

Qualche esempio di luoghi dove fare Urbe in Italia? In Veneto c’è l’Amusement Park, parco divertimenti costruito nel 1993 con piste da bowling, piscine, mini golf e discoteca. In Toscana, vicino a Pistoia, ci sono le Ville Sbertoli, ex manicomio in stile Liberty chiuso definitivamente nel 2011. Il Dinamitificio Nobel di Carmignano (Prato) era uno dei più importanti centri di produzione di esplosivi del Novecento, fondamentale per  l’esercito italiano durante guerre mondiali. L’area fu bonificata nel corso degli anni ’60 e mai più utilizzata.

La pieve di San Giovanni Battista è un edificio religioso in provincia di Siena, esistente già nel 1203, quando venne citata nel Lodo di Poggibonsi, documento che definì i confini tra la Repubblica di Firenze e quella di Siena. E’ in uno stato di gravissimo degrado.

Nella periferia milanee c’è il “palazzo d’oro”, che nasconde dietro una grigia facciata tre saloni di rara bellezza.

 

La grande bellezza dei luoghi abbandonati

Chi vuole apprezzare la grande bellezza dei luoghi abbandonati, ma non vuole correre assolutamente pericoli, può visitare IN LOCO, il museo diffuso dei luoghi abbandonati in Romagna a cura di Spazi Indecisi. Un museo senza pareti o cancelli che racconta il territorio romagnolo, da Imola a Rimini, attraverso i luoghi abbandonati, come ville, conventi, colonie marine, edifici industriali, parchi di divertimento e chiese. La mappatura geografica, attiva dal 2010, è stata il punto di partenza per tracciare itinerari di viaggio rivolti a fotografi, architetti, esploratori urbani o, più semplicemente, a tutti coloro che vogliono conoscere la storia e il territorio della Romagna in modo insolito e approfondirne i caratteri nascosti.

 

“Sono centinaia gli spazi in abbandono; ognuno rappresenta una ferita dei nostri tempi sempre più complessa da curare – spiegano gli organizzatori dell’iniziativa – . Molti luoghi meritano una seconda vita, alcuni sono destinati ad una inesorabile fine, altri attendono di diventare memoria condivisa. IN LOCO è il tentativo di tramandare la memoria di questi luoghi, è uno strumento di conoscenza, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale di storie, racconti ed emozioni che descrive un territorio e le sue evoluzioni sociali, culturali ed economiche”.