Nei giorni scorsi i Bitcoin e le altre criptovalute sono precipitate in un baratro, perdendo circa il 30% del valore. Un calo causato da tanti fattori, non ultimo le mosse in America di Elon Musk e Tesla nel settore. Ma a preoccupare gli investitori è stata anche la decisione del governo cinese di bloccare le operazioni di mining e trading di Bitcoin, colpendo giganti del settore quali HashCow e BTC.TOP.

Bitcoin, in America sono di destra
Se la Cina è ai ferri corti con le criptovalute, la politica statunitense non sta a guardare.
Tra i più agguerriti c’è sicuramente Kevin McCarthy, capo dei repubblicani alla Camera e voce forte dell’opposizione all’amministrazione Biden. Per tutto aprile, mentre le criptovalute volavano, McCarthy ha attaccato il governo USA, colpevole di “ignorare i Bitcoin”. “Quelli del governo faranno meglio a cominciare a capire cosa vuol dire per il futuro tutto questo, perché altri Paesi si stanno muovendo in avanti, specie la Cina”, ha detto lo scorso 14 aprile, in una dichiarazione poi smentita dai fatti.
Bitcoin, “l’America non rimanga indietro”
La posizione filo-crypto di una parte di destra americana è però destinata a resistere al crescente scetticismo cinese, per varie ragioni, perlopiù politiche. Le potremmo riassumere con le parole con cui McCarthy ha concluso il suo pensiero sul settore: “Voglio che il prossimo secolo sia nostro. Non voglio che l’America rimanga indietro”. I Bitcoin come un fronte per il futuro del mondo, per il potere e il controllo della finanza di domani.
I libertariani americani
Le criptovalute sono da sempre una grande passione dei libertariani americani, movimento politico-culturale che predica l’individualismo e vuole limitare al massimo il potere del governo. A ognuno il suo, insomma, e a ognuno ciò che egli merita. Ebbene, nella decentralizzazione predicata dal crypto si ritrovano anche i libertariani, che sognano una valuta indipendente da banche centrali e governi.
Bitcoin? Attenti alla Cina
Rimarrebbe però un problema: il mining è tuttora un affare perlopiù cinese. È in Cina, quindi, che queste valute digitali vengono “minate”, ovvero create. E se per sfuggire alla Federal Reserve i libertarians finissero nelle grinfie del dragone cinese?