Home Future Addio lavoratori felici, i boss si riprendono la Silicon Valley

Addio lavoratori felici, i boss si riprendono la Silicon Valley

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La decisione di Elon Musk di tagliare metà dei 7.500 dipendenti di Twitter ha suscitato particolare scalpore, ma se si vanno a guardare i numeri questa è solo la punta di un gigantesco iceberg. Nel 2022 l’industria tecnologica ha infatti licenziato oltre 150.000 persone. Nelle prime settimane del 2023 Microsoft ha annunciato 10.000 tagli di posti di lavoro e Alphabet l’ha seguita con 12.000 unità. Un’ondata di licenziamenti, che è il segno più evidente di una rivoluzione in corso nel settore delle big tech. In poche parole, dimenticatevi la Silicon Valley come la conosciamo: sta rapidamente scomparendo e, soprattutto, è improbabile che ritorni. Addio alle culture aziendali trasparenti, ai dipendenti responsabilizzati, alle gerarchie ridotte al minimo e ai tanti benefit che miravano a integrare perfettamente lavoro e vita privata.

Silicon Valley: com’era

Per quasi vent’anni, come ben riassume il New York Times, le aziende tecnologiche hanno promosso un approccio incentrato sulla felicità dei lavoratori, offrendo programmi di benessere, ferie illimitate ed altre iniziative che davano tutte priorità alla persona, oltre a stipendi elevati e pacchetti azionari in regalo. In questo modo i protagonisti della Silicon Valley hanno reinventato la cultura del posto di lavoro per un’intera generazione.

Silicon Valley: com’è

Ma i tempi ora stanno cambiando, perché il settore si trova ad affrontare un contesto macroeconomico non omogeneo e un mercato azionario in fermento, che mette le aziende sotto pressione. E così i dirigenti stanno ottimizzando la redditività, anche a scapito delle convinzioni organizzative di lunga data, spingendo i dipendenti verso la competizione per salvare il posto di lavoro. 

E’ la nuova era del bossism: dopo aver ceduto troppo controllo, i “boss” se lo riprendono, correggendo noi di indulgenza manageriale che hanno creato una generazione di lavoratori abituati ad avere numerosi e variegati diritti. 

Risultato? Reed Hastings, co-fondatore e co-amministratore delegato di Netflix, ha detto che non vede alcun vantaggio nel lavorare da casa e, a quanto pare, l’azienda consente lo smartworking solo a pochi, mentre TikTok ha comunicato ai dipendenti che devono dimenticarsi l’abbonamento alla palestra, i rimborsi per il wi-fi e i 45 dollari di pasti giornalieri. Insomma, per i lavoratori del tech la California non è più così sunny.