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Udine, insulti razzisti al medico: “Non toccarmi, mi attacchi le malattie”

Udine insulti razzisti medico

Udine, paziente rifiuta le cure e rivolge insulti razzisti al medico di origini camerunensi: “Non toccarmi, mi attacchi le malattie”. È successo in al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Lignano Sabbiadoro. La testimonianza del dottore: “La violenza verbale più feroce della mia vita”.

Udine, insulti razzisti al medico del pronto soccorso: “Non toccarmi, mi attacchi le malattie”

Il Pronto soccorso dell’Ospedale di Lignano Sabbiadoro, in provincia di Udine, è stato il teatro di un increscioso episodio di discriminazione. Attorno alle 4 di notte del 17 agosto Andi Nganso, medico 32enne di origini camerunensi, è stato riempito di insulti razzisti da un suo paziente. L’aggressore, un uomo di 60 anni, aveva riportato multiple lesioni dopo una rissa, e si è rifiutato di ricevere le cure dal dottor Nganso a causa del colore della sua pelle. “N**o di merda.”-urlava il paziente- “Se lo sa Zaia ti salta in c..o. Croce Rossa Lignano, i n…i all’arrembaggio! Che schifo, con tutte le sfighe pure un dottore n**o. Non toccarmi, eh, che mi attacchi le malattie! Preferivo due costole rotte che farmi visitare da un dottore ne**o“.

La denuncia di Nganso: “La violenza verbale peggiore della mia vita”

Il dottor Andi Nganso ha denunciato l’aggressione razzista sul suo profilo Instagram, dove ha annunciato la sua intenzione di riportare il paziente alle autorità: Ho subito la violenza verbale razzista più feroce della mia vita e ho deciso, di concerto con il mio legale, di sporgere denuncia. Voglio poter condividere che la necessità di farlo non è legata al desiderio di una giustizia unicamente personale, ma è l’esigenza di manifestare un atto di resistenza ad un odio e ad un razzismo che non solo esistono in questo Paese ma che si fanno forti quando la prossimità di un appuntamento elettorale suggerisce che certe posizioni saranno tutelate.”.

Nganso ha poi confessato di provare paura per l’aumento di casi di violenza e razzismo in Italia, citando anche l’omicidio di Alika, l’ambulante brutalmente pestato a morte a Civitanova Marche: “Le aggressioni (verbali e fisiche) nei confronti di soggetti neri in questo Paese stanno aumentando e, per tutti noi ormai, il timore di essere il prossimo Alika (brutalmente soffocato in piena luce) è sempre piu reale”.

 

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