Home Facts Sciopero della scuola il 30 maggio: la protesta dei sindacati contro la riforma del reclutamento

Sciopero della scuola il 30 maggio: la protesta dei sindacati contro la riforma del reclutamento

Sciopero della scuola 30 maggio

Per il 30 maggio 2022 è stato indetto uno sciopero della scuola da quelle che sono le maggiori sigle sindacali (Cgil, Cisl Uil, Snals e Gilda) per protestare contro il decreto del governo sul reclutamento dei docenti e il rinnovo del contratto. Una riforma che è stata approvata con il beneplacito del ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, che non sembra intenzionato a concedere cambiamenti sostanziali al testo. Lo sciopero arriva dopo la protesta dei lavoratori dei trasporti di aprile.

Sciopero della scuola il 30 maggio: la protesta dei sindacati

Il nodo che ha indotto le principali sigle sindacali ad annunciare uno sciopero il 30 maggio riguarda il decreto del governo in merito al reclutamento dei docenti e al rinnovo dl contratto.La rigidità del ministero rispetto alle questioni sollevate non ha lasciato margini, per questo abbiamo deciso di avviare un percorso di forte protesta, con diverse forme di mobilitazione,non escluso lo sciopero degli scrutini, e di informazione capillare del personale della scuola”, dicono i sindacati. Una decisione che è giunta a seguito di una riunione, svoltasi al ministero del lavoro, che non ha dato alle sigle sindacali le risposte che speravano di ottenere. In particolare, dicono i sindacati, “nessuna risposta è giunta in merito alle richieste delle organizzazioni sindacali di modifica del DL 36 su formazione e reclutamento approvato nei giorni scorsi dal governo”

Scuola, cosa chiedono i sindacati?

Per quanto riguarda i sindacati e le richieste di modifica del decreto governativo, i sindacati volevano discutere su “tre punti essenziali”. I segretari generali di Flc Cgil, Cisl scuola, Uil Scuola, Snals Confsal, Gilda Unams, in una nota, ribadiscono che è mancata ogni forma di possibile mediazione: lo stralcio completo delle disposizioni di legge che incidono sulla libera contrattazione, l’individuazione di risorse finanziarie adeguate per procedere al rinnovo contrattuale, la stabilizzazione del personale precario che viene enormemente penalizzato dalle nuove regole”. Da qui la decisione dello sciopero.