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Salario minimo, Meloni prende tempo e la Schlein attacca: le proposte del Cnel

Salario Minimo

Salario Minimo, la premier Meloni prende tempo e coinvolge sia le opposizioni sia le parti sociale per avere suggerimenti e proposte. Su questo ha attaccato, in particolare, la segretaria del Pd Schlein.

Salario minimo, Meloni prende tempo

A Palazzo Chigi è andato in scena l’incontro sul salario minimo tra il governo e le opposizioni per circa due ore. ”Questo dei salari è un tema che mi sta a cuore”, ha dichiarato a margine del confronto la premier. ”Siamo aperti al confronto sul lavoro povero e i salari adeguati. Io sono stata all’opposizione e so cosa vuol dire“. Abbiamo incontrato le opposizioni per dare ‘‘un segnale di rispetto e attenzione”. Lo ha detto il premier Giorgia Meloni parlando con la stampa fuori palazzo Chigi.

Salario minimo: l’attacco della Schlein

Immediatamente va all’attacco la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein: “Mi sembra che sul salario minimo il governo non abbia né idee né iniziative concrete», dice sul tema dell’incontro”. Poi, incalza su altri temi: “Chiediamo conto di altre due questioni importanti, le mancate dimissioni di Marcello De Angelis per la frasi sulla Strage di Bologna, e i ristori che ancora non arrivano alle popolazioni colpite dall’alluvione in Emilia Romagna”.

Le proposte del Cnel

Ecco i punti proposti dal Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro con Renato Brunetta che avverte la premier: “Avrà sessanta giorni di tempo per elaborare una proposta e coinvolgere anche le parti sociali”.

1. La necessità di un profondo e significativo coinvolgimento e confronto con le parti sociali,
2. Non limitarsi all’alternativa salario minimo per legge sì o no, ma affrontare, a monte, i problemi che ostacolano la crescita dei salari dei lavoratori, tra cui i ritardi nei rinnovi contrattuali aggravati dalla crescita del costo della vita e dall’elevato cuneo fiscale, dall’impatto della precarietà, del part-time involontario e del “lavoro povero”.
3. Affrontare il nodo della bassa produttività.
4. Intervenire sul dumping contrattuale che rischia di impattare negativamente sulla qualità della contrattazione collettiva.
5. Contro i contratti pirata, far riferimento al trattamento economico come determinato dal Ccnl di riferimento.
6. Intervenire sui bassi salari dal lato della riforma fiscale.
7. Favorire un pieno sviluppo a tutti i livelli della contrattazione, al fine di rispondere in maniera strutturale, con soluzioni di medio e lungo periodo, alle criticità presentate.
8. Indicare il Cnel come sede del National Productivity Board per l’Italia, previsto da una raccomandazione della Ue. Inoltre viene proposto di rilanciare la connessione tra salari e andamento di impresa. Tra le forme di decontribuzione per le imprese si ipotizza di favorire le forme di partecipazione dei lavoratori, con una più forte legislazione fiscale di sostegno, a partire dalle soluzioni di profit sharing.

 

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