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Ponte sullo Stretto, niente copertura per il Def: “Servono oltre 13 miliardi”

Ponte sullo stretto niente copertura

Niente copertura finanziaria per il Ponte sullo Stretto, il Def: “Servono oltre 13 miliardi, ad oggi non ci sono i soldi”. Il progetto della grande opera, nonostante l’ok dell’Unione Europea, rischia di arenarsi per l’ennesima volta.

Ponte sullo Stretto, secondo il Def niente coperture finanziarie

La promessa elettorale per eccellenza, il Ponte sullo Stretto di Messina, resta di rimanere tale per l’ennesima volta. Il progetto, sponsorizzato dal Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, ha ricevuto giovedì scorso l’approvazione dell’Unione Europea, che ha incluso il ponte nel programma della Rete transeuropea di trasporto, la TEN-T. Ciononostante pare che l’effettiva realizzazione dell’opera sia ancora ben lontana. Secondo un allegato del Def, la Documentazione Economica e Finanziaria, mancherebbero i fondi per costruire il Ponte sullo Stretto.

“Il costo dell’opera oggetto di concessione dagli aggiornamenti svolti risulta di 13,5 miliardi.” -si spiega nel documento- “Le opere complementari e di ottimizzazione alle connessioni ferroviarie, lato Sicilia e lato Calabria, che dovranno essere oggetto del contratto di programma con Rfi, si stima avranno un costo di 1,1 miliardi“. Cifre immani che, al momento, l’Italia non possiede, a meno di non ritoccare la legge di bilancio: “Ad oggi non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente; pertanto, queste dovranno essere individuate in sede di definizione del disegno di legge di bilancio”.

Dove verranno prese le risorse: “Opera prioritaria di interesse nazionale”

Il Def precisa che il Ponte sullo Stretto di Messina resta “un’opera prioritaria di preminente interesse nazionale”. Secondo il documento le risorse per finanziare il progetto andrebbero prese dai Fondi per lo Sviluppo e la Coesione messi a disposizione delle Regioni. Il Def propone inoltre ulteriori finanziamenti da stabilire nella prossima legge di bilancio del 2024. Si parla inoltre di sovvenzioni da richiedere a istituzioni come la Banca europea degli investimenti, e di un possibile accesso al programma del CEF (Connecting Europe Facility).