La chiusura di Phica.eu e l’indagine della polizia postale
Il sito Phica.eu è stato recentemente chiuso dopo essere finito al centro di una bufera mediatica. Decine di donne, tra cui attrici e politiche, hanno denunciato la pubblicazione online di foto rubate a loro insaputa, accompagnate da commenti offensivi e contenuti sessisti. Secondo gli investigatori, la gestione del sito era affidata a una sola persona, individuata dopo lunghi accertamenti informatici e una stretta collaborazione tra la polizia postale e la Procura di Roma.
L’identificazione del gestore di Phica.eu
Gli inquirenti hanno identificato in Vittorio Vitiello, 45 anni, residente a Firenze e nato a Pompei, la persona che stava dietro il sito www.Phica.eu. Secondo alcune fonti, Vitiello avrebbe utilizzato diversi nickname tra cui “Phica Master” e “Boss Miao” nel tentativo di mantenere l’anonimato. Secondo quanto scritto su diversi social, sarebbe “lui che si occupava delle estorsioni per far cancellare i contenuti dal sito”. La notizia è stata confermata anche dall’esperto informatico Alex Orlowski, che sui social ha dichiarato: “È stato interrogato Vittorio Vitiello residente in Toscana di 45 anni e conosciuto come BossMiao o Phicamaster”.
Phica.eu, le accuse e il rischio penale
Al centro delle accuse contro Vitiello c’è la gestione di un forum porno dove venivano pubblicate foto senza l’autorizzazione delle protagoniste. La legge italiana, infatti, punisce con l’art. 612 ter del codice penale la “diffusione non autorizzata di immagini sessualmente esplicite”. Le vittime hanno sei mesi di tempo per denunciare. Gli investigatori si aspettano ora che le denunce aumentino ulteriormente, considerata la crescente attenzione pubblica e la mediaticità assunta dal caso negli ultimi giorni.
Le indagini e il ruolo di altri soggetti
Nel corso delle indagini, era stato fatto anche il nome di Roberto Maggio e della sua società Hydra Group Eood. Tuttavia, Maggio ha smentito pubblicamente ogni coinvolgimento. “Il mio nome e quello della mia società sono stati ingiustamente collegati al sito phica.eu. Preciso con chiarezza: la nostra società non ha alcun legame di proprietà con quel dominio”, ha scritto su un post social. Ha inoltre spiegato che “Hydra Group si occupa di servizi di pagamenti elettronici online per diverse piattaforme”, tra cui anche altri siti legali. Ma “questo non significa, in alcun modo, avere collegamenti con Phica.eu”. Maggio ha annunciato azioni legali sia per tutelare la propria immagine che per denunciare il sito. “Avvieremo azioni legali contro chi ha diffuso notizie false e denunceremo il sito. Procederemo anche contro chi ha inviato insulti e minacce sui miei social”, ha spiegato Maggio.
Phica.eu, l’informativa e l’attesa di nuove denunce
La polizia postale ha già inviato una prima informativa alla Procura di Roma, ma potrebbero arrivarne di nuove ad altre procure del Paese, dato il volume delle denunce. La vicenda, che ha portato alla chiusura del sito, rappresenta uno dei casi più eclatanti in Italia di gestione e abuso online di immagini private senza consenso.
Il caso Phica.eu ha dato ulteriore slancio al dibattito sulla tutela della privacy digitale, la responsabilità degli amministratori dei siti e la necessità di una legislazione più stringente a protezione delle vittime. Mentre le autorità proseguono con le indagini, cresce l’attesa per gli sviluppi giudiziari che potrebbero dare un segnale importante contro il fenomeno della diffusione non autorizzata di contenuti sensibili.