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Milano Pride 2022, la Regione nega il patrocinio alla manifestazione: cos’è successo?

Milano Pride 2022

Milano Pride 2022: dietrofront della Regione che prima aveva votato per il patrocinio alla manifestazione per poi negarlo. Ecco i motivi e le dichiarazioni delle parti che si attaccano a vicenda alle proprie ragioni.

Milano Pride 2022, la Regione nega il patrocinio alla manifestazione

L’Arcigay di Milano aveva chiesto, come ogni anno, il patrocinio della Regione. Il 14 giugno il Consiglio regionale aveva approvato, con voto segreto, la mozione per garantire una presenza istituzionale alla manifestazione Lgbt prevedendo la partecipazione di un rappresentante della Regione e l’illuminazione della facciata di Palazzo Pirelli con i colori della bandiera arcobaleno. La parata è in programma il prossimo 2 luglio nelle strade milanesi.

“Niente di nuovo rispetto al passato — commenta il presidente di Arcigay Milano, Fabio Pellegatta —, ma una triste conferma: evidentemente la linea politica della Regione rimane inalterata e si conferma insensibile nei confronti di una manifestazione di libertà. Il loro modo di concepire la tutela della libertà è diversa dalla nostra, in un momento storico in cui a livello internazionale appare evidente che i diritti non sono mai acquisiti per sempre”.

Cos’è successo?

Dopo la decisione sono arrivate anche le ragioni della Regione che motiva richiamando ciò che è successo Cremona: “Regione Lombardia – si legge – condivide l’importanza di iniziative dedicate a promuovere coesione, parità, sensibilizzazione e rispetto delle identità e dei diritti politici, umani, sociali, civili”. Poi la doccia fredda: per quanto riguarda il Pride Milano in particolare, “a seguito delle verifiche e delle riflessioni interne e a seguito di episodi che hanno provocato critiche istituzionali e dell’opinione pubblica, è stato ritenuto di non concedere il patronato istituzionale di Regione Lombardia alla parata del prossimo 2 luglio”.

Per Alex Galizzi, consigliere regionale della Lega, sottolinea come la Giunta lombarda abbia “riportato l’ordine” negando il patrocinio: “Se dobbiamo replicare le oscene ostentazioni di Cremona, dove una statua della Madonna è stata vilipesa, è bene riportare ordine e così la Giunta ha fatto”. Il voto favorevole del Consiglio regionale lo scorso 14 giugno è stato “un errore madornale che finisce per confondere gli elettori e dare uno spaccato falsato di quello che rappresentano simili iniziative”. Il Pride, continua il consigliere, “si fa portavoce della teoria gender nelle scuole e ai danni dei più piccoli, degli asterischi nella grammatica, dei bagni neutrali, della carriera alias, nonché dell’adozione di bambini per persone dello stesso sesso e, cosa ancora più grave, della vergognosa pratica dell’utero in affitto”.

L’opposizione non è d’accordo con la decisione della Regione, così  Paola Bocci, consigliera regionale del Pd, ha dichiarato: “Dalla giunta Fontana, trainata dalla Lega, non ci potevamo aspettare niente di meglio. Il Pride è una manifestazione di libertà contro ogni forma di discriminazione, negando il patrocinio la giunta regionale perde un’occasione per dimostrare la sua vicinanza alla comunità Lgbtq+. A maggior ragione ha valore la presa di posizione del consiglio che a maggioranza, sebbene a voto segreto, ha imposto la partecipazione ufficiale della Regione e l’illuminazione di Palazzo Pirelli. Evidentemente, con buona pace della Lega, certe posizioni omofobe e retrograde non sono condivise nemmeno da tutti gli esponenti del centrodestra”.

 

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