Home Facts Marco Raduano, chi è il boss evaso dal carcere di Nuoro: ricerche in corso sul territorio foggiano

Marco Raduano, chi è il boss evaso dal carcere di Nuoro: ricerche in corso sul territorio foggiano

Marco Raduano

Marco Raduano è un boss della malavita foggiana. Nelle scorse ore è evaso dal carcere di massima sicurezza di Nuoro. Sono scattate immediatamente le ricerche su tutto il territorio. Intanto, viene lanciato l’appello di carenze di personale.

Marco Raduano, chi è il boss evaso dal carcere di Nuoro

Nel foggiano è caccia all’uomo.  Marco Raduano, 39enne pugliese che scontava l’ergastolo in regime di alta sicurezza di Nuoro, è fuggito scavalcando il muro di cinta tramite alcune lenzuola annodate. Raduano, detto “Pallone”, è un personaggio di rilievo del clan dei Montanari. Di recente il boss è stato condannato in via definitiva per associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, aggravata dal metodo mafioso e dall’impiego di armi. Secondo le prime ricostruzioni, l’evasione sarebbe avvenuta tramite delle lenzuola che il detenuto aveva annodato per poi calarsi fuori dal carcere.

Ricerche in corso sul territorio foggiano

In queste ore è scattata la caccia all’uomo da parte della polizia e delle forze dell’ordine su tutto il territorio foggiano. “Il Sappe in diverse occasioni ha segnalato la carenza di personale di polizia penitenziaria che impedisce di assicurare una scrupolosa vigilanza in visione della tipologia di detenuti reclusi nell’istituto di Nuoro”, ha denunciato Luca Fais, segretario regionale per la Sardegna del Sindacato autonomo polizia penitenziaria.

Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, “quel che è successo è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più. Denunciamo da tempo che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, l’aver tolto le sentinelle della polizia penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, la mancanza in organico di poliziotti, il mancato finanziamento per i servizi anti-intrusione e anti-scavalcamento”.

 

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