Home Facts Luca Attanasio, richiesta di carcere dall’Italia per i Killer: no alla condanna a morte

Luca Attanasio, richiesta di carcere dall’Italia per i Killer: no alla condanna a morte

Luca Attanasio

Luca Attanasio è l’ambasciatore italiano ucciso in Congo nel febbraio del 2021. Il Tribunale locale ha chiesto per i killer del diplomatico la pena capitale. Tuttavia, sia dallo Stato italiano sia dal padre di Luca arriva una richiesta diversa.

Luca Attanasio, richiesta di carcere dall’Italia per i Killer

A Kinshasa è in corso il processo contro i sei killer che hanno ucciso l’ambasciatore italiano Luca Attanasio. Il  diplomatico italiano è stato ucciso in Congo il 22 febbraio 2021, insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all’autista Mustapha Milambo. Per i sei colpevoli in Congo è prevista la pena di morte. Tuttavia, lo Stato italiano, dichiaratosi parte civile nel processo,  ha chiesto per gli imputati la condanna alla carcerazione in alternativa alla pena di morte. La richiesta è stata notificata durante l’udienza di oggi dedicata all’arringa della difesa. Infatti, martedì scorso l’accusa del Tribunale militare della Repubblica democratica del Congo aveva chiesto la pena capitale per i cinque congolesi alla sbarra e un sesto latitante.

No alla condanna a morte

Aggiungere morte a morte non serve a nulla. Se non a portare altro dolore. Noi siamo contrari, Luca sarebbe stato contrario”, ha affermato in una intervista al Corriere della Sera il padre dell’ambasciatore italiano ucciso in Congo nel 2021. “Siamo contro la pena di morte. Lo dicono la nostra Costituzione, il nostro senso civico, la nostra formazione cattolica. Sono gli stessi principi in cui si identificava nostro figlio. La pena capitale non potrà mai alleviare il dolore della nostra famiglia”, ha detto Salvatore Attanasio.

“Il pm in Congo – ha ricordato – ha sostenuto che non si è trattato di un agguato né di un tentativo di rapimento degenerato, come ricostruito inizialmente, ma di una vera e propria esecuzione”. Nel caso, osserva, ci sarebbe anche un mandante. “Il 25 maggio, a Roma, è prevista l’udienza preliminare nei confronti di due dipendenti del Pam (il Programma alimentaree mondiale dell’Onu che aveva organizzato la spedizione durante la quale fu ucciso Luca Attanasio, ndr): confido – conclude il padre – che possano emergere molti aspetti chiarificatori”.