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Linate, l’incidente aereo più grande e tragico d’Italia

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Linate, l’incidente aereo di grande portata tragica: è stata la tragedia aerea con il più alto numero di vittime in Italia: 118 morti. Un Cessna Citation CJ2 privato, entrato erroneamente nella pista di decollo principale, venne investito da un McDonnell Douglas MD-87 in fase di decollo che poi si schiantò contro un edificio e si incendiò.

Linate, il più grande disastro aereo d’Italia

Lunedì 8 ottobre 2001, a Milano c’è una fitta nebbia e Linate diventa il teatro dell’incidente aereo più grave mai avvenuto in Italia. La scena che si presenta ai primi soccorsi arrivati sul luogo del disastro, alle 8.20, è un inferno tra fiamme e detriti dopo lo scontro tra un piccolo Cessna da turismo e un aereo di linea scandinavo, un Md87 della compagnia Sas, che dopo l’impatto finisce la sua corsa contro un hangar dell’aeroporto e prende fuoco.

L’incidente causerà la morte di ben 118 persone: i quattro a bordo del Cessna, 110 tra passeggeri e componenti dell’equipaggio dell’aereo scandinavo e quattro dipendenti della Sea, addetti allo smistamento bagagli, che stavano lavorando all’interno dell’hangar. L’unico sopravvissuto, il dipendente della Sea Pasquale Padovano, viene ricoverato nel reparto grandi ustionati dell’ospedale Niguarda di Milano, resterà in coma quattro mesi. Oggi dopo 108 interventi chirurgici porta ancora addosso i segni di quel disastro.

Linate, 20 anni fa l’incidente aereo a Milano

8 ottobre 2021, alle 08:10, tutti gli aeroporti nazionali italiani si sono fermati per un minuto per ricordare così le vittime del disastro che ha cambiato la storia aerea italiana.  L‘Ente Nazionale per l‘Aviazione Civile (Enac) in occasione della ricorrenza di Linate ha invitato tutti gli operatori del settore a rispettare un minuto di raccoglimento nell‘orario in cui è accaduto l‘incidente, per rendere omaggio alle 118 vittime e stringersi idealmente ai loro familiari. “Un segnale importante – fanno sapere in una nota Pierluigi Di Palma e Alessio Quaranta, Presidente e Direttore Generale dell‘Enac – per conservare e rinnovare la memoria e non lasciare che la polvere del tempo cada su eventi così gravi”.

Il disastro di di Linate: i motivi dell’incidente e le cause giudiziarie

I motivi dell’incidenti sono stati chiari fin da subito. L’ipotesi di terrorismo fu scartata immediatamente anzi mai presa in considerazione perché la dinamica fu abbastanza chiara. Il Cessna dal parcheggio dei voli privati imbocca, per errore o per risparmiare tempo, un raccordo sbagliato posizionandosi di traverso rispetto all’aereo della Sas che stava decollando regolarmente. L’Md87 alza le ruote da terra ma non riesce a ‘staccare’ quel tanto che basta per evitare il Cessna e con il carrello urta l’aereo per poi andare a schiantarsi nell’hangar che si trova a fondo pista.

Alla torre di controllo il pilota tedesco conferma di aver raggiunto il punto ‘’Alfa 5’’ sul raccordo R5, mentre in realtà si trova sul raccordo R6. Si scopre che l’aeroporto di Linate è privo di radar di terra, strumento che avrebbe potuto consentire di evitare l’incidente, e scoppiano le prime polemiche. Vengono avviate tre inchieste: una dell’Agenzia nazionale per la sicurezza dei voli, una della magistratura e una del ministero dei Trasporti.

La quarta sezione penale presieduta da Mariano Battisti conferma l’assoluzione nei confronti di Vincenzo Federico, ex direttore dell’area aeroporti di Milano e di Francesco Fusco, direttore dell’aeroporto di Linate. Diventano invece definitive le condanne per Sandro Gualano (6 anni e 6 mesi), ex amministratore delegato di Enav e per l’uomo radar Paolo Zacchetti (3 anni). Chi rischia di più con la decisione di piazza Cavour è Fabio Marzocca, ex direttore generale di Enav che ha patteggiato in appello 4 anni e 4 mesi e chiederà l’affidamento ai servizi. Confermati 3 anni di reclusione per Antonio Cavanna e Lorenzo Grecchi, rispettivamente ex responsabile dello sviluppo e manutenzione della Sea e responsabile della gestione risorse aeroportuali.

La tragedia di Linate si poteva evitare?

“La torre di controllo ha chiamato tre, quattro volte il volo Scandinavian Sk686 mentre io ero dietro di loro, pronto a decollare ma dalla radio non si avevano risposte” racconta il pilota alla cloche di un Gulfstream G4, l’ultimo ad aver visto intatto l’Md87 della Sas. “Non ho visto lo scontro a causa della nebbia – aggiunge – ma ci siamo subito accorti che c’era qualcosa di strano. Abbiamo visto il volo Scandinavian allontanarsi davanti a noi. Non lo vedevamo però alzarsi, l’altimetro che indicava la sua posizione rimaneva a zero. Dopo pochi minuti la torre ci ha ordinato di tornare nella piazzola di attesa”.

Alla base dell’incidente non c’è solo l’errore del pilota del Cessna, ma l’aeroporto di Linate era privo di radar di terra, strumento che avrebbe potuto consentire di evitare l’incidente. Dunque una somma di responsabilità che hanno portato alla tragedia di Linate.