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L’astronauta Paolo Nespoli e il tumore al cervello: “Non tornerò come prima”

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Paolo Nespoli racconta la sua malattia: l’astronauta venerdì 24 settembre interverrà all’Italian Tech Week di Torino ma intanto si è raccontato in un’intervista al Corriere della sera parlando della sua malattia.

Chi è l’astronauta Paolo Nespoli

Paolo Angelo Nespoli. nato a Milano il 6 aprile 1957, è un ex astronauta, ingegnere e militare italiano.

Paolo Nespoli è  cresciuto a Verano Brianza (Milano). È appassionato di immersioni subacquee, pilotaggio di aerei a turismo, assemblaggio di computer, apparecchiature elettroniche e software per computer.

Ottiene un Bachelor of Science in Aerospace Engineering nel 1988 dalla Polytechnic University of New York (USA) e, nel 1989 riceve, sempre dalla stessa università, un Master of Science in Aeronautics and Astronautics. L’Università degli Studi di Firenze gli riconosce, nel 1990, una Laurea in Ingegneria Meccanica.

Entrato nell’Esercito Italiano nel 1977, diventa sottufficiale e lavora come istruttore di paracadutismo presso la Scuola Militare di Paracadutismo di Pisa. Nel 1991, è entrato a far parte del corpo astronautico europeo dell’ESA, a Colonia, Germania; in qualità di ingegnere per la formazione degli astronauti.

Paolo ha portato a termine oltre 60 esperimenti durante la missione Vita, acronimo di Vitalità, Innovazione, Tecnologia ed Abilità. È atterrato il 14 dicembre 2017 dopo 139 giorni nello spazio. Con 313 giorni nello spazio totali attraverso le tre missioni, Paolo è il secondo astronauta ESA con più esperienza.

L’astronauta Paolo Nespoli racconta la malattia: “Non tornerò come prima”

L’astronauta Paolo Nespoli è alle prese con un tumore e ha raccontato il suo dramma in una intervista al Corriere della sera.

Il 28 novembre 2021, dopo una risonanza magnetica la diagnosi di tumore, linfoma B al cervello. “Comincia un nuovo viaggio, terrestre, durissimo: prima la chemioterapia, nel mezzo la riabilitazione per ricominciare a camminare, ad agosto l’autotrapianto di cellule staminali”.

L’astronauta continua, nell’intervista, sottolineando i momenti più difficili: “Il momento più duro è stato l’isolamento di 23 giorni durante l’ultimo ricovero per l’autotrapianto, al San Raffaele. Ora mi rendo conto che forse non tornerò mai come prima, ma credo di avere buone chance di rimettermi a posto”. 

Nespoli nonostante la sofferenza e le difficoltà guarda avanti: “Io mi sento alla fine di un tunnel, guardo avanti e vedo la luce. Non mi aspetto di ritornare normale – dice ancora Nespoli – ma con la maggior parte della capacità che avevo prima, per continuare a viaggiare, a fare le conferenze, a parlare con i ragazzi, a spronarli a fare l’impossibile. Vedo queste cose nel mio futuro”

Un’ultima battuta  sul primo viaggio turistico nello spazio organizzato da Jeff Bezos e Elon Musk: “Ho sempre pensato che fosse un peccato precludere lo Spazio alla stragrande maggioranza delle persone sulla Terra e sono convinto che tutti dovrebbero provare questa esperienza dell’assenza di gravità e vedere il nostro bellissimo pianeta da lassù, perché sono cose che ti cambiano dentro. Ma non diventi astronauta solo per aver superato la linea di Kármán. Se compri un volo Milano-New York non diventi automaticamente pilota del jumbo jet, resti un passeggero”. Ma se glielo chiedessero, andrebbe in orbita con loro: “Se mi venisse data qualsiasi opportunità con l’uno o con l’altro la prenderei senza battere ciglio, anzi, ringrazierei moltissimo”.