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Green pass, rubate le chiavi per generare i QR code

Green Pass 2022 quando sarà abolito

Corrono ai ripari l’Italia e altri Paesi europei. Le chiavi per generare i Qr code dei Green pass sono state rubate per creare dei certificati falsi, ma validi ai controlli.

Rubate le chiavi per generare i Green pass

Qualcuno ha sottratto le chiavi codificate che consentono di generare i Qr code dei Green pass. È quanto scoperto nel sistema europeo e italiano, che presenta dunque una grande falla. Intanto, i certificati falsi, ma validi ai controlli, sono venduti sul dark web. Lì, come prova dell’efficacia del pass fasullo, veniva fornito il documento verde di Adolf Hitler.

In rete dunque si diffondono i programmi che generano certificati fake, grazie alle chiavi rubate dai sistemi informatici europei. A comunicarlo sono fonti qualificate italiane, che assicurano che tutti i pass creati con quei codici sono stati annullati. Certo è che l’evento ha creato allarme a livello internazionale e si è resa necessaria una riunione urgente tra i soggetti tecnici che analizzeranno in profondità la situazione.

Chiavi Green pass non trafugate in Italia 

I codici criptati per generare i Qr code dei Green pass non sarebbero stati trafugati in Italia. A rilasciare i certificati verdi si occupa la Sogei, società di Information tecnology del ministero dell’Economia, che non risulta aver subito attacchi informatici. Ad ogni modo, le chiavi rubate sono state annullate, e dunque i pass generati invalidati.

Il Qr code di Adolf Hitler

È inizia tutto su Raidforums, uno dei forum più cliccati del dark web. Qui un utente ha chiesto a un venditore polacco di generare un Green pass europeo intestato ad Adolf Hitler. Con 300 euro ha ottenuto il documento verde, perfettamente funzionante, come ha confermato lo stesso “cliente”. Da allora i Qr fake circolano anche su alcuni gruppi Telegram, essendo validi sulle app di verifica in Italia e in Europa.

Quali sono i certificati falsi

Si tratta di due Green pass entrambi intestati ad Adolf Hitler, ma con date di nascita differenti. Il primo sarebbe nato l’uno gennaio del 1900, l’altro il 1930. Con questi documenti si potrebbe accedere ai luoghi di lavoro e di aggregazione, se il verificatore non si accorgesse che sono intestati al dittatore nazista. Infatti, se inquadrati dalle apposite app, i certificati funzionano come tutti gli altri: spunta verde e frase “certificazione valida in tutta Europa”.