Home Facts Giovedì Santo si mangia carne? Tradizioni, usanze e perché si mangia la zuppa di cozze a Napoli

Giovedì Santo si mangia carne? Tradizioni, usanze e perché si mangia la zuppa di cozze a Napoli

Giovedì Santo

Giovedì Santo è sacro sia per le funzioni religiose sia a tavola in diverse città italiane. In particolare a Napoli c’è un’antica tradizione culinaria che negli anni ha richiamato anche tanti turisti ad apprezzare.

Giovedì Santo si mangia carne?

Il giovedì Santo è significativo dal punto di vista religioso ma anche culinario in tante città italiane. Nella settimana santa e nel periodo di Quaresima il Diritto canonico specifica quando non si mangia carne. Il canone 1251 stabilisce che va osservata “l’astinenza dalle carni o da altro cibo, secondo le disposizioni della Conferenza episcopale, in tutti i singoli venerdì dell’anno, a meno che coincidano con un giorno annoverato tra le solennità; l’astinenza e il digiuno, invece, il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì della Passione e Morte del Signore”. Il canone 1252 chiarisce: “Alla legge dell’astinenza sono tenuti coloro che hanno compiuto il 14esimo anno di età; alla legge del digiuno, invece, tutti i maggiorenni fino al 60esimo anno iniziato”.

Tradizioni, usanze e perché si mangia la zuppa di cozze a Napoli

Ci sono usanze e tradizioni che riguardo i riti religiosi ma anche quelli a tavola. Nel corso del Giovedì santo in alcune regioni dell’Italia le famiglie usano visitare i sepolcri, cioè le lapidi dei defunti nelle Chiese, come fanno anche gli ortodossi ma anche l’altare della riposizione che in alcune chiese è rappresentato come una vera e proprio opera artistica.

Mentre i piatti del Giovedì santo in Italia vanno dalla tradizionale pizza dolce marchigiana alla resta comasca fino al pan di ramerino, un pane dolce con l’uvetta, olio extra vergine di oliva e rosmarino. A Napoli, in particolare, c’è la tradizione della zuppa di cozze.

Pare che la tradizione sia nata grazie a Ferdinando I di Borbone il quale era molto goloso di pesce, soprattutto di quello che egli stesso pescava nei pressi della riva di Posillipo. Il sovrano, si faceva preparare, dalla cucina del Palazzo, un piatto a base di cozze pregiate, che egli stesso nominò Cozzeche dint’a Cannola. Tuttavia, il Frate Domenicano Gregorio Maria Rocco riprendeva il sovrano per i suoi continui peccati di gola e così si fece promettere che almeno nella Settimana Santa si sarebbe dato una regolata. Allora, il sovrano il giovedì santo, non volendo rinunciare alle cozze che tanto amava, le fece preparare ma in modo semplice ed umile. Così venne fuori il patto di cozze, salsa di pomodoro e olio di peperone piccante. La voce si diffuse in tutto il Regno e divenne così tradizione.

La ricetta della zuppa di cozze, oggi, a Napoli

Oggi, a Napoli, il giovedì santo, le cozze vengono cucinate insieme ad altri ingredienti: polpo, gamberi e seppie, insaporiti con pomodori, aglio e prezzemolo. Per gustarla al meglio abbiamo preparato anche dei croccanti crostini. Inoltre, la tradizione vuole inoltre che, oltre a questi ingredienti, vengano aggiunte anche le vongole e un saporito tocco piccante dato dal peperoncino.