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Emanuela Maccarani, chi è: vita privata, accuse di abusi, processo e ammonizione

Emanuela Maccarani

Emanuela Maccarani è un’allenatrice di ginnastica ritmica. Negli ultimi mesi si è parlato molto del processo a suo carico a seguito delle accuse di abusi nei confronti di due ex ginnaste che l’avevano denunciata.

Emanuela Maccarani, chi è: vita privata

Emanuela Maccarani, è un’allenatrice milanese di ginnastica ritmica. Nata il 20 settembre del 1966, è diventata nel 1996 il commissario tecnico della squadra nazionale italiana di ginnastica ritmica ottenendo diversi riconoscimenti e vittorie. Nel corso della sua carriera ha ricevuto l’onorificenza di ufficiale dell’ordine al merito della repubblica, la palma d’oro al merito tecnico e la stella al merito sportivo per il suo contributo alla ginnastica italiana. Come allenatrice responsabile della Nazionale ha vinto, 8 ori Mondiali, una argento olimpico (ad Atene nel 2004) e due bronzi olimpoici (Londra 2012 e Tokyo 2020).

Le accuse di abusi sessuali, processo e ammonizione

Maccarani è stata accusati di abusi psicologici sulle ex ginnaste Nina Corradini e Anna Basta. Il processo che è durato 11 mesi tra Milano e Roma si è concluso con un’ammonizione per la Maccarani e assoluzione per la sua assistente Olga Tishina.

Il Tribunale federale ha accolto la richiesta del procuratore della Federginnastica Michele Rossetti, il quale aveva sostenuto che quello di Maccarani sarebbe stato “un eccesso di affetto per la ginnasta Anna Basta. Per la Fdg quello di Maccarani è stato un atteggiamento di troppa generosità verso l’atleta al fine di farla performare al meglio”.

“Sono stati 11 mesi estremamente difficili per quel che riguarda la mia persona e la mia figura professionale”, è stata la reazione di Maccarini. “Questa ferita mi rimarrà per tutta la vita. La mia coscienza è tranquilla al punto che mi ha permesso di lavorare in questi mesi – ha aggiunto – Avete potuto sentire le motivazioni e le deposizioni fatte dagli avvocati e di conseguenza i fatti si sono esposti con chiarezza”. L’inchiesta sportiva si conclude dopo la contestazione di “metodi di allenamento non conformi ai doveri di correttezza e professionalità, ponendo in essere pressioni psicologiche e provocando in alcune ginnaste l’insorgere di disturbi alimentari e psicologici”.

 

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