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Chiara Ferragni contro Giorgia Meloni: aborto impossibile nelle Marche?

Chiara Ferragni contro Giorgia Meloni

Chiara Ferragni contro Giorgia Meloni: l’influencer è intervenuta sui social alzando una polverone sulla campagna di Giorgia Meloni nelle Marche. Al centro della polemica il tema dlel’aborto che sarebbe osteggiato nella Regione se ci fosse Fratelli d’Italia.

Chiara Ferragni contro Giorgia Meloni

Chiara Ferragni ha alzato un polverone sulla campagna elettorale di Giorgia Meloni nelle Marche, riprendendo il tema dell’aborto che secondo l’influencer sarebbe ostacolato nella Regione se governasse Fratelli d’Italia. La Ferragni su Instagram ha condiviso un’immagine dell’account del sito di informazione The Vision su cui si legge: ”Fdi ha reso praticamente impossibile abortire nelle Marche che governa. Una politica che rischia di diventare nazionale se la destra vince le elezioni”. Ad accompagnare l’immagine, il commento della stessa Ferragni che scrive: ”Ora è il nostro tempo di agire e far sì che queste cose non accadano”.

Aborto impossibile nelle Marche?

Alessia Morani, deputata del Pd ha ripreso il post della influencer scrivendo: “Grazie a Chiara Ferragni si accende un faro sulle Marche governate da Fdi. Sono due anni che portiamo avanti questa battaglia da sole nell’indifferenza dei più”. “Le Marche sono il laboratorio della destra in Italia ed oggi la situazione è questa“, conclude Morani, che invita la Ferragni nella regione.

Tuttavia, arriva la replica di Fratelli d’Italia tramite Isabella Rauti, responsabile del dipartimento famiglia di Fdi ed Eugenia Roccella candidata nelle liste di Fratelli d’Italia, fa sapere come “nelle Marche l’offerta del cosiddetto servizio di Ivg è di gran lunga superiore a quella nazionale: le interruzioni volontarie di gravidanza, possono essere effettuate nel 92,9% delle strutture sanitarie mentre la media italiana è del 62%”.  Per quanto riguarda invece la pillola abortiva Ru486 (che non viene somministrata nei consultori marchigiani) le esponenti di Fdi sostengono che quello farmacologico sia “un aborto più economico per il servizio sanitario ma più pericoloso per la salute delle donne, considerati i numerosi effetti collaterali e una mortalità più alta, come emerge dalla letteratura scientifica in materia”. Secondo FdI inoltre “le linee guida del Ministero non sono vincolanti e quelle attuali, emanate dal ministro Speranza, non rispettano la stessa legge 194, quando prevedono che l’aborto possa essere effettuato nei consultori ovvero fuori dalle strutture ospedaliere”. 

 

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