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Chi è Rachele Mussolini, la miss preferenze di Roma contro il 25 aprile

Chi è Rachele Mussolini, la miss preferenze di Roma contro il 25 aprile
Rachele Mussolini è la nipote di Benito, nonché sorellastra di Alessandra Mussolini, e figlia di Romano. Candidata di Fdi, è risultata essere la più votata alle elezioni comunali di Roma. Mentre racconta dell’infanzia travagliata, però, spunta sul web una sua foto contro la Festa della Liberazione.

Chi è Rachele Mussolini, la candidata Fdi con più voti a Roma

Rachele Mussolini è la nipote del Duce Benito Mussolini. È infatti la figlia del jazzista Romano Mussolini e della sua seconda moglie Carla Maria Puccini. In tal modo è anche sorellastra di Alessandra Mussolini, che è invece nata dal primo matrimonio del figlio del Duce, con Maria Scicolone.

Rachele Mussolini muove i passi in politica fin da giovanissima. Entra per la prima volta al Campidoglio nel 2016, eletta nella lista civica di Giorgia Meloni nell’epoca di Virginia Raggi. Allora ricorre anche l’incarico di vice presidente della commissione Controllo, Garanzia e Trasparenza di Roma Capitale. Nel 2021, alle elezioni amministrative della città, è la candidata più votata. Spalleggiata da Fdi, raccoglie ben 6.522 voti: cosa che non piace ad alcuni cittadini, che la insultano sui social.

La polemica sui 6.522 voti di Rachele Mussolini

A Roma la nipote del dittatore fascista ha ottenuto il maggior numero di voti in consiglio comunale. Difficile immaginare che ciò possa accadere in altri paesi“, scrive un utente su Twitter. Qualcun altro prende le sue difese. “Non ho capito… Una persona solo perchè ha quel cognome ed ha un legame di parentela significa che è una delinquente, una criminale? Che non può fare politica?”.

Nel frattempo la candidata Fdi risponde. “Il cognome è sempre stato un fardello pesante. Ho imparato sin da bambina a conviverci. A scuola mi additavano, ma poi è venuta fuori Rachele. E  la persona prevale sul proprio cognome”. “Ho molte amiche di sinistra – aggiunge in un’intervista a Repubblica – Una ha certamente votato per me. Ha scelto Calenda o Gualtieri, e poi me”.

La bufera social sul 25 aprile

In questi giorni è tornata in trend una foto che la candidata da migliaia di voti aveva condiviso su Facebook in occasione della Festa della Liberazione. L’immagine la ritrae con un’espressione seria, mentre regge un cartello sul quale si legge: “io il 25 aprile festeggio solo San Marco“. Naturalmente il post ha scatenato una bufera sui social network.
Quella è una foto vecchia, riguarda il passato anche se capisco che tutto viene strumentalizzato”, si è difesa Rachele Mussolini parlando a Repubblica. “Ho sbagliato, l’ho fatto in maniera ingenua ma aveva un significato personale perché il papà delle mie figlie, il mio ex marito si chiama Marco e ci siamo messi insieme il 25 aprile. In più forse era una provocazione, perché non si è mai arrivati ad una pacificazione nazionaleÈ stata una leggerezza da parte mia“, ha continuato la candidata di Fdi. “Perché quando si scrive un post del genere bisogna pensarci cento volte, un post che poi rimossi e che venne strumentalizzato, messo su un sito in cui stavo a testa in giù con qualsiasi tipo di turpiloquio e commento”.

L’Inno di Mameli al posto di Bella Ciao

Tempo addietro Rachele Mussolini aveva già tentato di spiegare perché non festeggiasse il 25 aprile. “Il 25 non festeggio per una questione familiare prima ancora che politica e mi pare ovvio. Ma non condanno e non giudico chi va in piazza. Sono già tre anni che posto su Facebook gli auguri per S. Marco e non era mai successa una cosa simile“. Tuttavia, sempre per la Festa della Liberazione, in passato l’esponente di Fratelli d’Italia aveva commentato la proposta dell’Anpi di intonare Bella Ciao dalle finestre durante il lockdown.

“Il Paese piange: la gente è disperata. E rischiamo una rivolta sociale. C’è ben poco da cantare. Piuttosto rimbocchiamoci le maniche. L’Italia è stata travolta dallo tsunami coronavirus. Un anniversario sottotono sarebbe stato più opportuno. Rispetto chi ha voglia di festeggiare le ricorrenze di tutte la parti politiche. Ma, per favore, senza morti di Serie A e di serie B. Mi è salito il sangue al cervello quando ho ascoltato la notizia della proposta. Se si vuole lanciare un messaggio unitario allora cantiamo l’inno di Mameli. Non Bella ciao”.