Home Facts Cernobbio, Salvini e Meloni allo scontro sulle sanzioni contro la Russia: cos’è successo tra i due leader

Cernobbio, Salvini e Meloni allo scontro sulle sanzioni contro la Russia: cos’è successo tra i due leader

Cernobbio, Salvini e Meloni

Cernobbio, Salvini e Meloni si mostrano divisi sulla questione delle sanzioni contro la Russia. Così al forum Ambrosetti i due leader politici hanno messo in scena un dibattitto che ha fatto emergere visioni differenti sul tema.

Cernobbio, Salvini e Meloni allo scontro

Al forum Ambrosetti di Cernobbio (Como), è andato in scena un scontro indiretta tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Il tema di discussione che ha diviso i due è la questione delle sanzioni contro la Russia. Ad assistere al siparietto c’erano anche altri rappresentanti politici come Letta, Calenda, Conte (in collegamento da Napoli) e Tajani.

Visione diverse sulle sanzioni contro la Russia

La visione differente tra i due leader politici è sulle sanzioni alla Russia. “Tanti di voi mi hanno detto quanto ci danneggiano”, ha dichiarato Salvini. “Avevo preparato 10 cartelle, ma cambio programma. Ho qualche slide”. Meloni, dalla poltroncina di fianco, butta un occhio all’anteprima. Prima ride, poi capisce il tema e si porta le mani alla fronte.

“Nessuno dirà che le sanzioni alla Russia ci danneggiano”, aggiunge Salvini. “L’alto rappresentante della politica estera Ue a febbraio diceva che le sanzioni avrebbero evitato che i russi venissero a fare shopping in Europa. Non mi pare sia andata così”. E ancora: “Le sanzioni ad oggi hanno comportato un surplus commerciale di 140 miliardi di dollari nelle casse russe. Il rublo non è mai stato così forte”. Nel finale, sembra essere più cauto’: “Siamo radicati nell’Occidente. Non dico di abolire le sanzioni, ma serve uno scudo europeo per non danneggiarci”.

Prima era arrivato il messaggio della Meloni pro sanzioni contro Putin. “Se l’Italia si sfila dai suoi alleati, per Kiev non cambia niente ma per noi sì”. Inoltre, afferma la presidente di FdI, che c’è una questione “di credibilità” ma anche economica, visto che l’80% dell’export avviene con i Paesi del blocco occidentale. “Se l’Ucraina cade e l’Occidente perisce, il vincitore non sarà solo la Russia di Putin ma la Cina”. 

 

LEGGI ANCHE: Elezioni a Latina, Coletta si conferma sindaco: battuto definitivamente Zaccheo