Home Economy Intermonte, nel 2022 cala il fatturato ma i soci guadagnano lo stesso

Intermonte, nel 2022 cala il fatturato ma i soci guadagnano lo stesso

Intermonte, nel 2022 cala il fatturato ma i soci guadagnano lo stesso

Intermonte vede la sua attività calare e ridimensionarsi nel 2022 e andare incontro a un calo dei ricavi. Il bilancio consolidato della società di gestione finanziaria guidata dall’amministratore delegato Guglielmo Manetti, in sella dal 2018, ha visto lo scorso esercizio chiudersi con un calo del giro d’affari.

Ricavi in calo per Intermonte (che resta in utile)

La Sim milanese ha visto i ricavi contrarsi di oltre un decimo del giro d’affari tra il 2021 e il 2022. Da 43,8 milioni di euro Intermonte è scesa a 37,6: -14,2%. In quest’ottica, il gruppo è riuscito in ogni caso a procedere a una strutturale diminuzione del fattore costo che ha permesso di difendere la permanenza in utile del gruppo. I costi sono scesi di un livello analogo difendendo il valore dell’utile, la cui riduzione per azione è stata solo dell’8,8%. In quest’ottica, pesa molto il calo delle spese del personale, discese del 16,9%.

Intermonte, un anno sull’ottovolante

Per una società come Intermonte il 2022 è stato indubbiamente un anno sull’ottovolante. Un investitore autonomo attivo sui mercati globali come l’azienda in questione ha dovuto difendersi da una situazione resa difficile da mercati volatili, aumenti dei tassi, crisi globali in campo economico e finanziario.

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Dopo le vacche grasse, un periodo complesso

Il 2021 era stato un anno favorevole per tutto il settore dell’investment banking e della ricerca su cui Intermonte si focalizza. Il gruppo, che quell’anno si era quotato a Piazza Affari, ha nel 2022 avuto condizionamenti da dinamiche come l’aumento dei margini d’interesse che per un istituto non avvezzo a operazioni di raccolta e distribuzione di prestiti e mutui, ma teso piuttosto a essere una boutique di investimento, ha creato condizionamenti in negativo sulle entrate.

Non a caso l’area Global Market di Intermonte ha visto un calo del giro d’affari che il gruppo ha provato a controbattere muovendo su un sostanziale processo di riallocazione degli asset volto a minimizzare perdite e rischi. Da 13 a 9,1 milioni, il fatturato di questa divisione segna la perdita netta maggiore sia in termini relativi che in campo assoluto per Intermonte: -29,9%.

Il gruppo però rivendica che “la ricerca, da sempre fiore all’occhiello di Intermonte, si è confermata nella top 3 di Institutional Investors sulle Mid & Small Caps italiane, che rimane il segmento di riferimento per la società, a servizio sia delle emittenti che degli investitori”.

Intermonte accorcia le linee

Sul fronte patrimoniale, Intermonte ha proceduto a un ridimensionamento del patrimonio gestito e dell’esposizione finanziaria che va di pari passo con la scelta di contenere i costi a fronte di un anno operativamente difficile.

Gli asset gestiti dall’attivo del gruppo sono calati di oltre il 42%, da 308,5 a 178,6 milioni di euro. Ma al contempo le passività e i debiti finanziari sono stati dimezzati: da 245,9 a 122,6 milioni. In sostanza il rapporto attività su passività migliora da 1,25 a 1,46, segno di un gruppo maggiormente equilibrato e che ha scelto di accorciare le linee per non sbilanciarsi in un settore volatile.

Il patrimonio resta però elevato, a 61,9 milioni di euro. Intermonte ha potuto dunque rivendicare, a fronte di un calo dell’utile da 7,2 a 6,6 milioni di euro, un ritorno sul capitale proprio (Return on Equity, ROE), del 14,5%. Fatto che ha permesso di confermare un dividendo a 26 centesimi per azione nonostante tempi difficili per il mercato globale, permettendo di mantenere la fiducia degli azionisti “segnaletici” interni al gruppo: Azimut e Mediolanum. Che dal gruppo con sede alla Galleria De Cristoforis vicino Piazza San Babila ora chiedono un rilancio della capacità di macinare risultati una volta che le buriane del mercato globale si saranno calmate