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Legittima difesa, assolto gioielliere di Ercolano: sparò e uccise due rapinatori

Legittima difesa assolto gioielliere

Legittima difesa, assolto gioielliere di Ercolano: nel 2015 sparò e uccise due rapinatori. A sette anni dal tragico episodio si chiude il caso di Giuseppe Castaldo. Secondo la decisione del tribunale di Napoli “il fatto non costituisce reato”.

Legittima difesa, gioielliere di Ercolano assolto: uccise due rapinatori

Il tribunale di Napoli ha assolto Giuseppe Castaldo, gioielliere di 68 anni di Ercolano che il 7 ottobre 2015 sparò e uccise due rapinatori. Questa la decisione presa dal giudice durante l’udienza di mercoledì 26 ottobre 2022, a sette anni dall’incidente. Secondo il tribunale “il fatto non costituisce reato”, si è trattato quindi di legittima difesa, come sostenuto dall’avvocato dell’imputato. All’epoca dei fatti il caso ebbe molta rilevanza mediatica, al punto che persino Matteo Salvini rilasciò delle dichiarazioni al riguardo, schierandosi dalla parte del gioielliere.

I fatti: la rapina finita male e la condanna per i complici

Castaldo subì un tentativo di rapina da parte di Bruno Petrone, 53enne di Secondigliano, e Luigi Tedeschi, 51enne del Rione Sanità. Il gioielliere aveva appena ritirato 5mila euro da una banca nei pressi degli Scavi di Ercolano quando i due uomini lo intercettarono in scooter. I rapinatori lo minacciarono con una pistola giocattolo priva del normale tappo rosso di riconoscimento, intimandogli di consegnare il denaro. A quel punto Castaldo tirò fuori la sua pistola, legalmente detenuta, e aprì il fuoco, uccidendo i due rapinatori.

Tedeschi e Petrone morirono sul colpo. Secondo le indagini dei carabinieri, i due facevano parte di una banda di rapinatori professionisti insieme ai “colleghi” Salvatore Esposito, Addolorata Esposito, Antonio Corvo ed Ernesto Labagnara. I superstiti della gang furono identificati e arrestati poco tempo dopo. Ad un anno dai fatti i quattro complici furono sottoposti a rito abbreviato, a seguito del quale vennero condannati a sei anni di reclusione. Il 68enne finì a processo con l’accusa di eccesso di legittima difesa.