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Ferragnez, Lucarelli ha (di nuovo) ragione: “Quello che la sinistra finge di non vedere”

Ferragnez, Lucarelli ha (di nuovo) ragione: “Quello che la sinistra finge di non vedere”

Aveva ragione lei. E continua ad avere ragione lei. Selvaggia Lucarelli è entrata in collisione con i Ferragnez per la vicenda dei pandori Balocco benefici. Ma le traiettorie della giornalista ed opinionista e della coppia di influencer si erano già molte volte incrociate in passato. E se il più delle volte si trattava di battibecchi social su vicende tutto sommato effimere, ben altra rilevanza sta assumendo la sua ostinata indagine su quello che definisce lo “schema” delle iniziative benefiche di cui Chiara Ferragni e Fedez si sono resi protagonisti. Scoperchiato il vaso del pandoro Balocco, Lucarelli ha evidenziato come anche l’iniziativa delle uova di Pasqua benefiche con Dolci Preziosi del 2021 e del 2022 abbia seguito lo stesso pattern. Accordi commerciali tra le aziende e l’influencer, cachet milionari per la Ferragni. E pochi spiccioli a qualche realtà beneficiaria. Scenari ben differenti da quelli raccontati a social unificati da Blonde Salad.

Lucarelli e la lotta (quasi) solitaria contro il sistema Ferragnez

E la sola Lucarelli (o quasi) a prendersi la briga di smontare la narrazione agiografica attorno ai Ferragnez. E fare a cazzotti sui social con Fedez. Non solo un lavoro giornalistico puntuale ma anche una esposizione mediatica che magari più di altri Selvaggia può essere propensa a sapere e volere gestire, ma che sicuramente comporta una certa dose di rischio. E di fastidi collaterali. Soprattutto quando ci si arma per uno scontro frontale con una entità assurta al rango intoccabile di totem ed icona dei valori più alti della società. Perlomeno in certi ambienti. E quantomeno prima dell’attuale bufera, che sembra aver scosso nelle fondamenta il Ferragnez-system.

Lucarelli: “La sinistra e l’anello debole della catena”

 

Ed ha infine ancora una volta ragione Selvaggia Lucarelli che con i suoi ultimi post su X evidenzia l’ulteriore livello di complessità del cortocircuito venutosi a creare: “La sinistra e l’incapacità di individuare l’anello debole della catena pure nel caso Pandori/Uova/Ferragnez”, titola. Ed argomenta: “Ci si è molto occupati, soprattutto a sinistra, di come Giorgia Meloni abbia attaccato una libera cittadina (sorvolo su chi ha definito la libera cittadina una che rappresenta l’opposizione o ‘la sinistra’ perchè siamo alle comiche). Mi duole doverlo dire. Ma Giorgia Meloni non ha attaccato una cittadina per le sue opinioni o per un dissenso espresso o per posizioni politiche. Giorgia Meloni ha commentato un fatto di cronaca che aveva a che fare con la cattiva beneficenza e con l’opportunismo di un personaggio che non ha meno potere mediatico di lei (smettiamo di fingere che i cittadini siano tutti uguali). E ne ha approfittato per buttare lì un pensierino elementare su influencer e ricchezza facile. Che è, appunto, elementare. Ma che è uno dei tanti ‘umori’ che la destra in questi anni ha intercettato. Cosa che la sinistra non ha fatto”

Lucarelli prosegue: “Anzi, perfino in questo caso qualcuno da quelle parti è riuscito a prendere le difese della povera milionaria che fa pubblicità ingannevole usando beneficenza e bambini con il tumore. Quel qualcuno è in buona compagnia eh, e cioè con pochi influencer di tristi circoletti che vivono di luce riflessa e di personaggi che fanno morali in tv in salottini di sinistra. Ben attenti a non toccare mai il tema delle diseguaglianze perchè è l’unico davvero scomodo, l’unico che li esporrebbe al rischio di perdere qualcosa”.

I giornalisti e le cause

“Ecco, facciamo che va bene anche questo. La prossima volta però, da quella sinistra, mi aspetto anche che qualcuno si ricordi una cosa di sinistra. L’anello debole in queste vicende non è Ferragni e non è Balocco o Dolci Preziosi. Quelli alla fine se la cavano sempre. L’anello debole sono i giornali e i giornalisti. Perchè forse non è chiaro, ma una buona parte del lavoro di denuncia si paga con cause costose e sfinenti che i potenti possono permettersi. E avviano spesso cause pure sapendo di avere torto e cbhe forse perderanno solo per colpire i giornalisti sul piano economico e costringerli comunque alla prudenza nel nominarli per anni (i processi durano anni). Tanto denunciare non costa nulla”.

La giornalista conclude: “Ecco, sarebbe onesto e molto di sinistra, la prossima volta, ricordare che oltre alla presidente del consiglio che esercita il proprio potere del consiglio che esercita il proprio potere in evidente disequilibrio di forze, ci sono i milionari che fanno altrettanto con i giornalisti. E con chiunque provi a minacciare la loro posizione dominante”.