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Cosa lascia la GMG 2023 alla Chiesa in fermento

Cosa ci dice la GMG 2023 della Chiesa

Perché questo articolo ti dovrebbe interessare? La GMG ha portato a Lisbona un milione e mezzo di persone, radunate nella spianata del Campo da Graça per incontrare papa Francesco. Cosa ci dice la GMG 2023 della Chiesa?

La Giornata mondiale della gioventù svoltasi a Lisbona ha coinvolto una massa di giovani. Giunti da tutto il mondo il mondo per incontrare papa Francesco, hanno riflettuto su alcuni temi che la Chiesa ritiene centrali e adatti a un pubblico giovanile. Molte però le tensioni rimaste nascoste in favore di una maggiore uniformità.

I numeri

Un milione e mezzo sono stati i partecipanti a Lisbona 2023, che diventa la GMG con il maggior numero di Paesi presenti. Restano completamente escluse solo le Maldive. Nonostante ciò alcuni Stati, soprattutto dell’Asia meridionale, hanno faticato a farsi rilasciare il visto dal governo portoghese, il quale temeva che i pellegrini rimanessero nel Paese in clandestinità. Di conseguenza chi è già in ristrettezze economiche e che in alcuni casi subisce discriminazioni per il suo credo religioso non ha potuto vivere un evento che dovrebbe essere accessibile a livello internazionale proprio per via della sua condizione sociale. Il filo rosso che lega i Paesi che si sono visti negare il visto, infatti, è la loro situazione economica. La GMG rischia di essere un evento solo per persone e Stati ricchi.

Sul totale dei partecipanti al primo posto per le presenze si posiziona la Spagna, seguita da Italia e Portogallo. Si trovano poi Francia e USA. Tra i movimenti formatisi dopo il Concilio Vaticano II, il record di presenze va al Cammino neocatecumenale, con gruppi provenienti da numerosi Paesi.

Vista la partecipazione massiccia, non sono mancate le critiche sull’assenza di tutti questi giovani nelle parrocchie durante il corso dell’anno liturgico. Lo squilibrio tra le chiese vuote e sempre più vecchie e una Lisbona riempita di giovani può però portare a una riflessione sulle proposte e le possibilità presenti nel cristianesimo attuale per le fasce anagrafiche coinvolte dalla GMG e sulla necessità di uno spazio di ascolto concreto dei giovani.

Il silenzio attorno agli abusi nella Chiesa

Uno dei grandi assenti di questa GMG è il tema degli abusi nella Chiesa. Un argomento rilevante non solo per via del report pubblicato a febbraio 2023 sullo stato della Chiesa portoghese4.815 casi di abusi dal 1950 al 2022 -, ma anche perché è uno dei temi di dibattito nel cattolicesimo a livello globale, soprattutto grazie al sinodo.

Il 2 agosto papa Francesco ha avuto un colloquio privato con 13 vittime di abusi sessuali. L’incontro ha mantenuto un alto livello di riservatezza per tutelare la privacy delle persone coinvolte e non rientrava nel programma ufficiale del viaggio. Il silenzio che ha circondato questo colloquio, però, ha impedito al fenomeno degli abusi nella Chiesa di avere rilevanza. Non è emerso né durante gli incontri preparatori né durante gli eventi centrali della GMG. È stato citato dal pontefice solo nella conferenza stampa sul volo di ritorno, in cui si è semplicemente espressa la necessità di assumere un atteggiamento di tolleranza zero verso “questa tremenda peste”.

Clericalismo

La GMG, fin dalle sue prime edizioni guidate da Giovanni Paolo II, è un evento celebrativo della fede e della figura del pontefice. La folla grida costantemente “Esta es la juventud del Papa” e fino a pochi anni fa si univa sotto il termine “papaboys“, oggi meno in voga. Questa esaltazione del pontefice si estende agli innumerevoli sacerdoti presenti. Erano in 10mila, più 700 vescovi, a concelebrare la messa conclusiva.

La vita consacrata è quindi completamente all’ombra del sacerdozio. Chi è visibile alla GMG sono i sacerdoti. Per loro e per le vocazioni viene chiesto di pregare, loro sono arruolati addiritutta come musicisti. Il tempo nella spianata del Campo da Graça è stato infatti scandito dal Christian rock e dal dj set di padre Guilherme Peixoto, che ha remixato dei brani techno con le parole del pontefice.

In tutto questo le religiose accompagnano i gruppi ma tendenzialmente non li guidano. Sono presenti in gran numero ma hanno poco spazio e nessuna visibilità.

Donne nella Chiesa

Così come le religiose scompaiono dalla scena pubblica, lo stesso accade alle donne. Del loro ruolo nella Chiesa non si è fatto cenno. Gli interventi del Papa sono stati al maschile, anche il discorso alla cerimonia di benvenuto che ha toccato molte persone con quel “Nella Chiesa c’è posto per tutti“. Non si è affrontata la disparità di genere nei contesti spirituali né tanto meno la questione del sacerdozio femminile.

Non erano nemmeno tra i temi della GMG. Li si poteva trattare tramite il filone dell’amicizia sociale ma solo grazie alla sensibilità dei piccoli gruppi in cui era organizzata la catechesi. I temi della GMG ci dicono qualcosa su quali argomenti sono percepiti dalla Chiesa come centrali e affrontabili dai giovani (e su quali no).

Comunità LGBTQ+. Una Chiesa per tutti?

Lisbona 2023 è la prima GMG con una presenza ufficiale della comunità cristiana queer. Grazie alla collaborazione con il Global Network of Rainbow Catholics è stato organizzato il Centro Arco-íris per l’accoglienza e la formazione. Si è inserito nelle iniziative del Centro anche il gesuita statunitense James Martin, conosciuto per il suo lavoro sulle comunità queer cattoliche e partecipante al Sinodo sulla sinodalità.

Sono però stati registrati anche alcuni casi di violenza: l’interruzione di una messa LGBT da parte di gruppi conservatori che hanno iniziato a cantare in latino, bandiere rubate, aggressioni verbali, lanci di pietre e persone queer costrette ad allontanarsi dalla veglia perché in pericolo.

Sono soprattutto le comunità marginalizzate ad aver accolto con favore le parole pronunciate da papa Francesco durante la cerimonia di benvenuto: “Amici, vorrei essere chiaro con voi, che siete allergici alle falsità e alle parole vuote: nella Chiesa c’è spazio per tutti – per tutti! – nessuno è inutile, nessuno è superfluo, c’è spazio per tutti. Così come siamo, tutti”. Questo discorso è stato percepito come gesto di accoglienza e di sostegno seppur non esplicito.

Va ricordato che il rapporto tra fede cristiana cattolica e comunità LGBTQ+ è una delle questioni centrali per la Chiesa contemporanea. È il tema su cui prolificano le maggiori divisioni, come quella tra il Vaticano conservatore e la Germania riformista. Proprio per questo durante la conferenza stampa sul viaggio di ritorno sono state poste delle domande al Papa in merito alle persone queer.

La giornalista tedesca Anita Hirschbeck chiede infatti: “La Chiesa è aperta per tutti, ma allo stesso tempo non tutti hanno gli stessi diritti e opportunità, nel senso che per esempio donne e omosessuali non possono ricevere tutti i Sacramenti. Santo Padre, come spiega Lei questa incoerenza tra ‘Chiesa aperta’ e ‘Chiesa non uguale per tutti’?”.

La risposta di papa Francesco è stata molto vaga, distinguendo l’accoglienza dalla ministerialità. Alle persone cristiane ai margini però non basta più sentirsi dire che sono le benvenute. Chiedono che si costruisca un ambiente in cui chi è messo ai margini non si senta escluso.