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POV – Ho partecipato alla GMG a Lisbona (e non ho trovato solo Papa boys)

POV - Ho partecipato alla GMG a Lisbona (e non ho trovato solo Papa boys)

Perché questo articolo ti dovrebbe interessare? La GMG 2023 si è tenuta a Lisbona con un milione e mezzo di partecipanti. Ero nella folla anche io. Vi racconto com’è andata.

Lisbona si è preparata per mesi alla XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù, l’incontro dei e delle giovani cattoliche con il Papa. Posticipata di un anno per via della pandemia, l’iniziativa originata da Giovanni Paolo II e ora portata avanti da Francesco si è svolta dall’1 al 6 agosto coinvolgendo un milione e mezzo di persone provenienti da tutto il mondo.

Una comunità globale orgogliosa e uniforme

Uno degli aspetti che mi ha più colpita una volta entrata nella spianata di Campo da Graça – dove si sono tenuti gli eventi più importanti della GMG, la veglia e la messa con il Papa – è indubbiamente il senso di comunità e appartenenza che coinvolge i partecipanti. Giunti da zone molto diverse del mondo che per ragioni anche differenti, ciò che accomuna chi partecipa alla GMG è anche una forte rivendicazione identitaria. C’è un orgoglio nel professarsi cristiani cattolici che non si incontra nella vita quotidiana.

All’interno di questa identità comune, però, ho riscontrato una forte uniformità. Quale rappresentazione della gioventù cattolica c’è alla GMG? Sono visibili soprattutto le fasce più entusiaste dello status quo. Anche nei pochi incontri che il Papa ha con i giovani, questi giovani sono iper selezionati, dei papaboys d’eccellenza. Sono davvero questi i giovani cattolici? Quelli che si uniscono al grido “Esta es la juventud del Papa“, ballano e cantano il Christian rock suonato dal vivo da sacerdoti musicisti o preti dj?

Non solo Papa boys alla GMG

Proprio per questo, nell’uniformità generale, saltano all’occhio le comunità marginalizzate cattoliche che partecipano alla GMG e si rendono riconoscibili. A Lisbona c’erano il Global network of rainbow Catholics e il gruppo giovani Dignity USA, che hanno organizzato anche un Rainbow Center e delle celebrazioni LGBT. Ho avuto incontrato alcuni membri del Katholische junge Gemeinde, un gruppo di persone queer e alleate che teneva in alto una bandiera della comunità LGBT. Parlando con loro è emerso che hanno ricevuto supporto e che si sono avvicinate loro persone sensibili alla causa queer, ma che hanno anche subito degli attacchi. Lo stesso è avvenuto con altri gruppi LGBT presenti.

Uno spazio identitario e molto verticale

La GMG nasce con l’obiettivo di dare uno spazio di rivendicazione identitaria ma anche di ascolto alle persone giovani all’interno della Chiesa. Camminando all’interno della spianata, osservando chi ha partecipato ai momenti centrali della GMG, si nota indubbiamente una forte preponderanza della fascia anagrafica giovanile. Questo spicca considerando che appartiene a una chiesa in cui l’età media è indubbiamente più alta e in cui i giovani faticano a trovare un proprio spazio.

D’altro canto però la GMG ha una struttura molto verticale. Negli eventi è poco lo spazio di ascolto concreto delle persone giovani. Quelle che effettivamente hanno accesso ad un colloquio con il papa sono pochissime e la maggior parte degli appuntamenti non prevede un ruolo attivo. Le altre sono per lo più spettatrici di un grande evento che ha l’aria di uno spettacolo. Su un grande palco-altare si svolgono dei momenti anche di grande valore spirituale ma che vengono osservati da lontano. Anche il percorso preparatorio e il viaggio che conduce a Lisbona prevede poco la partecipazione giovanile. Nella maggior parte dei casi sono pensati e organizzati da gruppi di sacerdoti che come pastori guidano il gregge in base alle proprie scelte.

La questione ambientale e gli sprechi alla GMG

La GMG di Lisbona si è aperta a questioni fondamentali per il presente e anche per la società civile, come la questione ambientale che è stata affrontata durante gli incontri preparatori e concretamente cercando di ridurre il più possibile l’impatto ambientale di questo evento. Si è incoraggiata la piantumazione di alberi, sono state distribuite le borracce e si è ridotto l’uso della plastica per i contenitori e tutti gli oggetti in dotazione.

Lo spreco alimentare però è stato quasi inevitabile. Al posto di dare la possibilità a ogni partecipante di scegliere cosa mangiare e il tipo di alimentazione da seguire (sulla carta c’erano opzioni senza glutine, vegetariane e vegane), è stato distribuito il cibo in modo casuale per via dell’affollamento dei punti di ritiro. Ritrovandosi alimenti fuori dalla propria dieta, molti pellegrini hanno scartato ingenti quantità di cibo. La stessa organizzazione precaria ha coinvolto i settori in cui dormire all’aperto in attesa della messa conclusiva. Nonostante l’obbligo di acquistare il pass per poter entrare, le piazzole non erano abbastanza grandi da contenere tutte le persone presenti. Molte si sono ritrovate ad accamparsi nelle strade della spianata.

Un incontro senza temi divisivi

Inoltre tra i temi caldi emersi sono stati inseriti nel programma della GMG solo quelli considerati meno divisivi. Il Papa ha avuto un incontro privato con le vittime di abusi, ma del fenomeno non si è parlato. Sono rimasti esclusi anche i dibattiti attorno al ruolo delle donne nella Chiesa, all’ordinazione femminile, all’aborto, ai diritti e in particolare a quelli LGBTQ+. L’impressione è che i conflitti siano posti sotto il tappeto così da mostrare un’unità maggiore all’interno della Chiesa. Spingendo la folla a gridare “I believe” dopo affermazioni generiche sulla fede cristiana, si mette in mostra un’uniformità che però non è propria del mondo cattolico.