Se l’obiettivo del CIO era dare una verniciata di appeal ai Giochi strizzando l’occhio ai giovani, il bilancio sarà scritto alla fine delle Olimpiadi leggendo i dati d’ascolto. Tutte le scelte sugli sport da inserire nel programma di Tokyo 2020 erano state fatte proprio guardando alle nuove generazioni, allergiche a discipline tradizionali ma poco adatte allo spettacolo, lente e lontane dalle abitudini della Generazione Zero e dintorni.

Cinque sono gli sport esordienti e all’appello manca solo l’arrampicata sportiva che comparirà nella seconda settimana di gare.
Karate
In termini assoluti non è male e ci ricorda l’infanzia, quando si veniva trascinati (noi o qualche amichetto) in sottoscala di periferia per imparare a prendere a calci e pugni qualche altro amichetto senza farlo per strada, perché lì faceva brutto. Insomma, a pelle non può non piacere e tra l’altro a Tokyo è stato anche molto più divertente di altri sport di lotta e combattimento che si sono trasformati in lunghissimi preliminari in attesa del cosiddetto ‘Golden Score’, ovvero chi azzecca la prima – incomprensibile per noi mortali – mazzata vince.
C’è un però che fa la differenza: avendo già judo, lotta greco-romana e taekwondo nel programma siamo proprio sicuri che non si potesse fare a meno del karate? Domanda che si devono essere posti anche al CIO, visto che a Parigi 2024 sparirà di nuovo dal palinsesto olimpico candidandosi al premio di sport durato meno di un gatto in tangenziale.
Skateboard
Per il solo fatto di aver partorito un podio in cui la più vecchia, si fa per dire, aveva 16 anni andrebbe… abolito.
Surf
Vale quanto detto per il karate. C’erano già la vela in mille tipologie e il windsurf nel quale siamo sempre stati bravini. Che bisogno c’era di aggiungere anche la tavola da surf che, al contrario del karate, ci ricorda l’invidia provata per troppe estati nel vedere gli altri buttarsi in acqua per tentare i loro equilibrismi mentre noi, sul bagnasciuga, faticavamo nel tentativo di evitare le onde d’acqua troppo fredda sui piedi?
Di sicuro spettacolare, più del windsurf.
Basket 3 vs 3
E’ la grande delusione perché era il debutto più atteso, forse anche perché il più semplice da capire. In fondo basta aver visto qualche volta in tv una partita di pallacanestro, tagliare in due il campo, dimezzare i giocatori e ricordarsi che prima di attaccare – una volta recuperata palla – bisogna allontanarsi.
Vista la prima settimana di basket 3 vs 3, invece, la sensazione è di un “vorrei ma non posso”. Frenetico e basico nel suo svolgimento: palla dentro, palla fuori, tiro. Per carità, ci saranno anche schemi e costruzioni, ma se ci sono non si vedono. Il basket tradizionale resta davvero un’altra cosa anche se spesso si trasforma in un preliminare di 39 minuti in attesa degli ultimi possessi.
PS – Avvertenza per chi ritiene di aver visto tutto e forse lo spera. Fra tre anni a Parigi ci rifileranno la Breakdance come disciplina olimpica. Quale breakdance? Proprio quella lì che ci ha provocato dolori d’ossa tutte le volte che ci abbiamo provato. Per il CIO è il futuro. Per altri (molti altri) vale il detto “speravo de morì prima…”.