Home Politics Vulvofollia! Elly Schlein e l’obbligo di essere felici quando una donna vince

Vulvofollia! Elly Schlein e l’obbligo di essere felici quando una donna vince

Elly Schlein

Elly Schlein ha vinto le Primarie del PD diventando Segretario del sedicente Partito. Perde, invece, Stefano Bonaccini e quindi le sue sopracciglia (tatuate? Pinzettate?) rimarranno uno dei più grandi misteri dell’Italia contemporanea. Il trionfo di Elly Schlein ha scatenato grande giubilo sui social e, giustamente, anche in lei che afferma giuliva: “Saremo un problema per il Governo Meloni“. Prima di tutto, verrebbe da dire, la nostra dovrebbe riuscire nell’impresa di non costituire il suddetto problema per se stessa (e per il Paese). Sono tante le affermazioni discutibili o in ogni caso bislacche che ha sciorinato nel corso della campagna elettorale e, a essere onesti, qualcuna è spuntata anche e pochi minuti dall’elezione. Però, siam* tutt* content*. Perché, finalmente, anche la Sinistra ha una leader donna. E tanto basta? Parrebbe di sì. Non c’è niente di più miope di uno sragionamento simile. Eppure, guai a criticare Elly Schlein. Perché? Perché è una donna? Esatto. Di boiata in boiata, andiamo a dragare questo cortocircuito che potrebbe aver portato al trionfo una persona, all’interno di un duello comunque particolarmente fiacco, solo in virtù di ciò che porta per nascita in mezzo alle gambe. Che “La patata tira” pensavamo fosse solo un brutto spot tv anni Duemila con Rocco Siffredi. E invece, ancora oggi, resiste. Acquisendo, però, un significato completamente diverso. E, non per questo, meno problematico. 

Elly Schlein: le centenarie che volevano votarla ancor prima che nascesse

Elly Schlein, nel discorso che ha tenuto subito dopo la vittoria, ne ha già sparata una di gran pregio: “Mi hanno stupito messaggi di donne di più di 100 anni che hanno votato per me. Mi hanno detto che erano 90 anni che aspettavano di votare una Segretaria”. Non lei, badate bene, ma “una”, una a caso. Da “auguri e figli maschi” a “basta che sia femmina” il passo è stato brevissimo. Le immaginiamo, poi, queste centenarie, che sognavano di poterla votare fin da quando di anni ne avevano 10. E nessun altro pensiero. A parte il regime fascista e lo scoppio, di lì a poco, della Seconda Guerra Seconda Mondiale, s’intende. Intanto, le nuove generazioni tripudiano su Twitter proclamandosi certe che grazie a Elly Schlein verranno soppresse le file, divise tra uomini e donne, ai seggi (che ci sono state anche in queste Primarie). Eureka! Ecco cosa serviva davvero al nostro bel Paese! Mentre aspettiamo, con tanto di popcorn, il primo confronto tra il Signor Presidente del Consiglio e la nuova Segretaria (o Segretario?) del PD, andiamo a rivedere alcune sue dichiarazioni meravigliose pronunciate in fase di campagna elettorale. Sarà bello? Ovvio che sì. Le ha dette una donna… 

Elly Schlein: dalla scuola finlandese al naso etrusco 

Elly Schlein è grande promotrice dell’outdoor education, ossia della scuola all’aperto. Sostiene Schlein che gli studenti di ogni età abbiano un forte bisogno di fare lezione en plein air, come già accade per esempio in Finlandia. Questo per contrastare le cosiddette “classi pollaio”, ovvero il sovraffollamento delle aule. Un po’ come quello delle carceri. L’avvento di una modernità che, però, non dimentica il passato. Puntuale il suo niet davanti ad alcune voci riguardo alle origini ebraiche della famiglia della neo-leader del PD. O meglio, riguardo al suo naso: “Non sono ebrea. Ma la cosa più folle è il dibattito sul mio naso. Perché non è un ‘naso ebreo Schlein’ che ho ereditato da mio padre, come scrivono i razzisti nella rete. È un naso tipicamente etrusco”. Ora ci immaginiamo plotoni di bimbi e ragazzini, per carità, all’aria aperta, mettersi a studiare per cercare di capire cosa diavolo mai possa essere un naso “tipicamente etrusco”. E soprattutto: questo potrà mai essere argomento su cui fare luce in fase di campagna elettorale? A naso, diremmo di no. Eppure…

Elly Schlein: la triste retorica del “Brava perché donna”

Per chi ancora non l’avesse capito, Elly Schlein è una donna. E retorica social (ma, a quanto pare non solo) impone che, di conseguenza, la sua vittoria sia per forza un’ottima notizia. Non che Bonaccini sarebbe stato in grado di resuscitare quel che resta del PD, non siamo certo da TSO. Però ciò che ci infastidisce davvero, nel profondo, è appunto la retorica, in ogni sua forma. All’inizio si pensava che il nuovo femminismo da Instagram fosse solo una moda passeggera, un fenomeno buono soltanto a vendere più magliette con la faccia di Frida Kahlo stampata sopra. E invece, non si sa bene come, il “movimento” ha perso il proprio afflato capitalistico iniziale per cominciare a permeare davvero la società, o, quel che è peggio, la mentalità delle persone. Oggi, se non ci si proclama entusiasti per la vittoria di Schlein, si vien tacciati di fascismo, maschilismo, “patriarcatismo” e una pletora impressionante di parole infamanti che terminano in -ismo. Oppure dei loro corrispettivi americani. L’unica cosa che il PD e i suoi elettori, ancora non hanno capito era anche, purtroppo, la sola che avrebbero avuto disperato bisogno di comprendere. Il nuovo Segretario, uomo, donna o triceratopo che fosse, necessitava di avere una qualità e pure soltanto quella: il carisma. Se Elly Schlein ha carisma, basti guardare come parla, come si muove, come (non) si prende la scena, oltre ai debolissimi contenuti che porta avanti con mestizia, allora possiamo anche far ben finta che una Sinistra in Italia esista ancora. Del resto, è sempre bello campare di illusioni. In quanto donne, s’intende. Vulvofollia.