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Groenlandia: il viaggio di von der Leyen tra indipendenza e terre rare

Groenlandia: il viaggio di von der Leyen tra indipendenza e terre rare

Perché leggere questo articolo? Groenlandia, terra ghiacciata tra America del nord ed Europa. Negli ultimi anni è aumentata la sua importanza geostrategica. Non solo gli Stati Uniti e la Cina, ma anche l’Unione Europea l’ha adocchiata. Il viaggio del 14 e 15 marzo di Ursula von der Leyen è la prova. Nel frattempo la Groenlandia è sempre più vicina all’indipendenza e la sua vicinanza commerciale con la Cina non convince i suoi partner principali.

L’importanza geostrategica della Groenlandia è aumentata negli ultimi anni. Un fenomeno drammatico come lo scioglimento dei ghiacciai la sta rendendo molto più in vista da diverse super potenze mondiali. Stati Uniti, Cina e ora anche Unione Europea. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen infatti ha in programma un viaggio nell’isola. Von der Leyen, durante la visita di due giorni con il primo ministro danese Mette Frederiksen, si recherà prima alle Isole Faroe giovedì 14 marzo. Venerdì 15 marzo la presidente visiterà la Groenlandia per aprire un nuovo ufficio della Commissione europea nella capitale, Nuuk.

Groenlandia verso l’indipendenza? La vicinanza con la Cina non piace a Danimarca e Usa

Nel frattempo la Groenlandia si sta avvicinando all’indipendenza. L’isola è sotto il controllo politico e amministrativo della Danimarca, ma da tempo sta cercando di emanciparsi e oggi gode di una particolare autonomia. Primo passo necessario per avvicinarsi all’indipendenza è quello di cercare di diversificare l’economia.

Ad oggi infatti un terzo del Pil groenlandese deriva dai 4 miliardi di corone danesi di sovvenzioni annuali della Danimarca, che la rende ancora troppo dipendente dal governo di Copenaghen. Proprio per questo negli anni la Groenlandia si è avvicinata alla Cina, facendola diventare il principale paese di destinazione delle esportazioni e aprendo addirittura un ufficio commerciale nella capitale Pechino. Questa stretta collaborazione tra i due Stati ha trovato l’opposizione di Danimarca e Stati Uniti che non vogliono che la Groenlandia dipenda troppo dal commercio con la Cina.

L’importanza geostrategica della Groenlandia anche per l’Ue

L’importanza geostrategica dell’isola non si ferma alla Cina e agli Stati Uniti. Anche l’Unione Europea pare l’abbia adocchiata. La visita di Ursula von der Leyen è la conferma. L’importanza strategica del territorio, oltre al “corteggiamento” cinese, è testimoniato dallo scioglimento dei ghiacci artici che sta facendo affiorare numerose materie prime di cui l’Ue ha bisogno per la transizione verde. L’isola, nonostante non faccia parte dell’Unione Europea, è di forte interesse per Bruxelles, soprattutto per le materie prime molto ricercate. Si stima che la Groenlandia ne abbia ben 25 delle 34 materie necessarie.

Il viaggio di von der Leyen tra metalli rari e crisi climatica

Questo viaggio arriva nel momento in cui von der Leyen è alla ricerca di un secondo mandato come presidente della Commissione europea. Il potenziale della Groenlandia è quindi enorme. “Ci manca l’accesso ad alcuni di questi materiali. Quindi avere partner in grado di lavorare, produrre ed estrarre queste materie prime critiche è di fondamentale importanza. Ma lo facciamo fondamentalmente con uno spirito vantaggioso per tutti”. Queste le dichiarazioni di Tomas Baert, consigliere di Ursula von der Leyen per il commercio. Il viaggio della presidente della Commissione non si ferma soltanto all’importanza geostrategica della terre rare presenti sull’isola, ma riguarderà anche la necessita di contenere la crisi climatica. “Anche se non fai parte dell’Unione Europea, sei parte dell’Europa”, ha dichiarato von der Leyen.

Trump e “l’assurda” proposta di acquisto della Groenlandia

Non solo la partnership commerciale con la Cina e il viaggio di Ursula von der Leyen per le terre rare. Già da qualche anno l’isola è corteggiata dalle grandi potenze mondiali. L’importanza geostrategica della Groenlandia era evidente già nel 2019 quando l’ex presidente Trump fece discutere con una delle sue provocazioni. Il tycoon specificò più volte come fosse seriamente intenzionato ad acquistare l’isola per ragioni strategiche in ottica anti-Cina. Le sue dichiarazioni, colte con ilarità al tempo, furono oggetto di discussione da parte del governo di Nuuk che definì “assurde” le asserzioni del presidente.