Home Politics Una sfida a Meloni e Schlein: perché Bonaccini e Giani spingono contro i Cpr

Una sfida a Meloni e Schlein: perché Bonaccini e Giani spingono contro i Cpr

Bonaccini

Perché leggere questo articolo? La guerra interna al Pd tocca anche la questione migranti. Bonaccini e Giani spingono “da destra” contro il governo per colpire la strategia radicale di Schlein

A leggerla in maniera generica verrebbe da parlare di cortocircuito: la sinistra pro-accoglienza (addirittura “indiscriminata” quella del Partito Democratico secondo Giuseppe Conte) sbarra la strada ai migranti nelle Regioni che amministra? Quanto successo con le alzate di scudi di Stefano Bonaccini Eugenio Giani in Emilia-Romagna e Toscana, col rifiuto dei due presidenti di ospitare sul proprio territorio i Centri di permanenza e rimpatrio (Cpr) che il governo Meloni vorrebbe costruire si presta però a diverse interpretazioni politiche.

Bocche cucite sui migranti in casa Pd

Abbiamo provato a contattare il sottosegretario della giunta Bonaccini, Davide Baruffi, e la capogruppo del Pd in consiglio regionale a Bologna, Marcella Zappaterra, per porre loro domande relative alle critiche di Bonaccini a Meloni sulla richiesta di maggiore autonomia regionale e la denuncia del centralismo del governo.

Il nodo era capire due questioni: in che misura sui migranti prevalesse la critica del Pd alla logica del governo secondo cui l’immigrazione è trattata in maniera molto “punitiva” con un approccio principalmente emergenziale, contestata dalla segretaria Elly Schlein, e in che misura invece pesasse l’argomento “autonomista”. Nessuno dei due esponenti dem ha risposto alle richieste di commento di True-News. Ma la lettura del dato politico è chiara: la manovra dei presidenti di Regione è rivolta sia a contrastare il governo che a tracciare un solco in casa dem.

Su Cpr e migranti uno schiaffo a Meloni…e Schlein

L’ala riformista del Pd, in subbuglio per la virata a sinistra di Schlein, sa che la partita dei migranti e dei Cpr, in prospettiva, offre due opportunità. Colpire, da un lato, il governo su un suo tema “bandiera”. E smarcarsi, a sinistra, dall’abbraccio con i radicali di Schlein. L’attacco di Conte, pronto a incunearsi sulle contraddizioni del Pd, ha fatto scattare un allarme tra i centristi dem: Bonaccini e i presidenti “moderati” si sono affrettati a smarcarsi per presentare una loro via alla gestione dei flussi.

La critica di Bonaccini e Giani è più “di destra” che “di sinistra”. Bonaccini rivendica autonomia e sussidiarietà. Giani sui migranti non rifiuta il sistema dei Cpr perché punitivo dei migranti ma, anzi, perché inefficace sul fronte dei rimpatri: “Il problema è l’accoglienza, non preoccuparsi di creare strutture che dovrebbero buttarli fuori dall’Italia, ma che abbiamo dimostrato in trent’anni che fuori dall’Italia non li buttano”, ha dichiarato. Aggiungendo di ritenere eccessivo un sistema che triplica il tempo di permanenza dei migranti nei Cpr da sei a diciotto mesi.

Una questione politica

Bonaccini e Giani sono concordi nel rilanciare l’accoglienza diffusa come strumento alternativo alle grandi strutture. E al contempo usano la battaglia sui Cpr per creare una corrente di dibattito politica che permetta al Pd di non andare sott’acqua facendosi schiacciare come il partito pro-immigrazione tout court. Del resto, voci vicine al mondo dem ci riferivano in tempi non sospetti, prima dell’estate che “sui migranti ha sempre pagato, per il Pd, il pragmatismo. Pensiamo al sistema-Minniti: riuscì a gestire la soluzione emergenziale in Libia, senza però che in Italia ci si dimenticasse di distribuire e accogliere chi avesse diritto a restare”. E dunque che la destra andasse affrontata con serietà e pragmatismo.

In quest’ottica Bonaccini e Giani spingono per fare un vero e proprio reset politico partendo dai territori governati dai dem. Non ci sarà in Italia nessuna “città santuario” come lo erano i feudi Democratici pro-migranti che disapplicavano le leggi di Donald Trump sul contrasto all’immigrazione clandestina tra 2017 e 2020. Piuttosto, ci sarà la ricerca di una via riformista e pragmatica che coniughi la risposta a quello che si ritiene essere un fallimento retorico e politico della destra alla gestione dell’allarme sociale percepito nel Paese. Facendo dimenticare, sui Cpr, che sono in fin dei conti una creazione…della sinistra: li istituì il governo Prodi con la legge Turco-Napolitano oltre venticinque anni fa. Ma questa è storia di un’altra generazione. E di molte, molte ere politiche fa. Dettagli secondari in un Paese dalla memoria corta.